Una
2013-10-15
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Il pensiero che sto maturando in questi giorni è, tutto sommato, riassumibile in questo:

Se la gente smettesse di odiarsi e iniziasse a volersi bene, se la gente iniziasse ad apprezzare le sottili bellezze che ci circondano, se la gente iniziasse ad ascoltare musica emozionante, a guardare bei film il sabato pomeriggio e le notti feriali, a leggere libri sentimentali il pomeriggio; se i ragazzi pensassero meno a studiare, è inutile studiare per la scuola, e facessero quello che davvero piace loro, se i ragazzi si amassero, se tra di loro non ci fosse invidia, se tra nessuno ci fosse invidia, il mondo sarebbe proprio bello.
Che se ci pensate è il tipico pensiero di un bimbo di 2a elementare. Cioè, a parte la storia dei film e della musica insomma, ma a parte quello.

È brutto avere 16 anni. Sembra che nessuno, per esempio, creda nell'amore, vero, a quest'età; il ché mi sembra un comportamento da presuntuosi, come se una certa persona sapesse meglio di te cosa provi veramente. Quante? Quante volte ho letto "l'amore ha 16 hanniù'?!?! nn esisteeeee" ma che ne sapete. Vogliono forse dire che a 30 anni l'amore è più maturo? Beh, forse. E forse, questo è il mio pensiero, chi dice che a 16 anni si è, praticamente, dei giocattoli difettosi incapaci di provare emozioni è perché vede che gli altri si amano mentre lui è solo. Ho sempre odiato la questione dell'invidia, perché nel 90 percento dei casi è usata come argomentazione quando di argomentazioni non ce ne sono più; ma stavolta, l'ho provato in un certo senso in prima persona, probabilmente è una questione non di invidia in senso stretto, qualcosa di più sottile: ammirazione, tristezza, desiderii e, anche, invidia, uniti.

È quella sensazione quando ascolti la prima traccia di The Plateaux of Mirrors di Eno e Budd. Ascolti un quasi-loop di pianoforte, semplicissimo, con un po' di riverbero e qualche effetto qua e là; ma non sarai mai capace di replicare a tanta bellezza. Ecco come ci si sente.