The sound of someone you love who's going away and it doesn't matter
2013-10-10
(home)

Finalmente erano rimasti soli.

Clara e Mattia, li chiameremo. Due ragazzi di 16 anni che combattono la loro guerra contro il mondo.

- Siamo rimasti soli, alla fine.

- Già.

- Era da tempo che volevo parlarti.

- Di cosa?

- Cose. In generale. Cose che non vorrei mai dire a nessuno all'infuori di te.

- ...

- Ascolta, devo dirtelo, anche se forse già lo sai. La prima volta che ti ho visto mi sei sembrata subito una ragazza... voglio dire, speciale. E speciale per me ha un significato positivo, cioè, insomma, mi hai buttato fuori dalla realtà con solo uno sguardo. Ti ricordi? No, non puoi ricordartelo. Perché forse non ci hai fatto nemmeno caso, passando per i corridoi di una scuola. Voglio dire, incroci lo sguardo con milioni di persone che non conosci, dico bene? Non è strano. Ma è successo, che dentro di me scattasse qualcosa, dopo avermi guardato; non so descriverlo. Cioè, l'espressione più appropriata che mi viene in mente per farmi capire è "interruttore biologico degli ormoni", che è un'espressione orribile, lo ammetto, e anche derivata dalla mia incapacità di controllare e descrivere le emozioni che provo, ammetto anche questo, ma comunque, qualsiasi cosa fosse, tu l'hai accesa, o l'hai attivata o come diamine vuoi dire. E mentre tu un millisecondo dopo hai continuato dritta per la tua strada, nella mia mente il tempo si era scontrato contro una diga, la tua diga, e tutto si è fermato, e cose così.

- Non fare il lirico, non sei poi così bravo.

- [ride]

- [non ride, continua a fissarlo]

- E dicevo, poi ci siamo conosciuti. Cioè, seriamente. Ricordi? Ci siamo scritti in chat su Facebook. Beh, probabilmente avremmo fatto meglio a parlarci di persona, in quell'occasione... l'avresti ricordato anche tu, di sicuro a un certo punto avrei iniziato a sputare pezzi di frase insensati o a dire cazzate, e ci saremmo messi a ridere, oppure avresti pensato che ero pazzo, o stupido. Come faceva quella canzone? C'era una volta un ragazzo / chiamato pazzo / diceva sto meglio... no, aspetta, non c'entra niente questa canzone. Ecco, vedi!? Sta succedendo! Sto dicendo cose insensate! Quando inizio discorsi seri...

- Tranquillo, me n'ero accorta comunque di questa tua "qualità".

- Ho sentitole virgolette. Ed è una cosa positiva?

- Boh... Non saprei. Almeno so che le tue interrogazioni finiscono sempre ridendo, e forse non è poi così male.

- Già...

- Sai, non credo che sia così male; certo, è il primo passo per la schizofrenia. Ma a te?

- Io sono schizofrenico...

- Ma va?

- ...

- No aspetta, davvero?!

- [ridendo] No no, no. Però a quanto pare sono un gran bugiardo, almeno secondo te.

- ...vai avanti.

- La prima volta che siamo usciti insieme non la ricordo, devo essere sincero. Doveva fare un gran freddo, questo è inevitabile, era gennaio o giù di lì, ma poi il buio. La seconda volta, quella sì me la ricordo bene, e probabilmente anche tu non te la sei scordata. Fino a quel punto tutto stava andando maledettamente bene, voglio dire non solo nella storia tra noi due, ma in generale, vedevo cose belle intorno a me, il mondo, capisci?

- ...

- Forse pensi che non abbia ragionato prima di dirti le fatidiche parole "tu mi piaci". Beh, non so dirti se hai ragione, adesso non riesco a pensare se ciò che ho fatto sia stata la cosa giusta. Cioè, si, era la cosa giusta, l'avrei capito, in seguito tipo, ma...

- Ma?

- Lasciamo stare, non riesco a parlarne. Però quando ti ho detto quelle parole, davanti al the bollente ampiamente zuccherato io...

- Aspetta, cosa vuol dire? Cosa vuol dire che non ne puoi parlare?

-  Che non riesco... Nel senso, non so dire cosa sentivo. In quei momenti agisci e basta, non pensi, oppure semplicemente non agisci, beh, ho avuto abbastanza coraggio per scegliere la prima soluzione. Mi ricordo ancora la scena, a ripensarci oggi mi viene da ridere: dopo aver detto una cosa tra le più importanti della mia breve vita, ho continuato a girare il cucchiaino in quel recipiente di acqua calda aromatizzata come se nulla fosse, e vedevo la tua figura, riflessa, pietrificata.

- *sorridendo* Immagino.

- Non sai quanto mi sia costato alzare lo sguardo e guardarti negli occhi. Momenti di imbarazzo. Era quantomeno insolita come situazione, almeno per me, mi aspettavo che qualche barista, cioè, "aspettavo", "speravo", dicevo, speravo che qualche barista passasse di lì e mi chiedesse se potevo firmare la consegna di 10 tonnellate di mattoni per il signor Mattia G.

- [ridendo] Sei uno stronzo! Usare Scrubs come metodo di retorica è da stragista!

- Beh ma in effetti è poi stato così. Dopo che mi avevi detto che il ragazzo nella tua testa era un altro il trauma è stato simile a quello delle svariate decine di tonnellate di prima. Però devo essere sincero: sei l'unica persona, ma in generale l'unico tra esseri umani e esseri inanimati o ideali o concetti per il quale mi sono battuto con tutto me stesso. Forse lo sai, ma sono una persona che non ha voglia di fare quasi nulla, e tu eri quell'eccezione al tutto. Ah, l'amore... Credo che per un breve periodo io ti abbia messo sullo stesso piano del mio pianoforte.

- Cosa?!

- Si, hai sentito bene. P-I-A-N-O-FORTE, e non sto scherzando. E infatti ha funzionato, no? Voglio dire, ce l'ho fatta. Anche se non ero soddisfatto. O meglio, no, ero soddisfatto quando hai detto che avresti scelto me, ma non ero felice... Si, lo so, è la cosa più assurda che una persona non schizofrenica potrà mai dire in questo squallido secolo, ma ero seriamente triste per l'altro ragazzo. Fossi stato in lui non so che avrei fatto, mi sarei buttato da un ponte, non lo so... Cioè, ovvio che non l'avrei fatto, però capivo quanto ciò fosse per lui una cosa tremenda.

- Beh, a questo punto potevi cedergli il posto, no?

- Cesare diceva "Panta rhei", tutto scorre. Il divenire è in continuo mutamento, se una tal cosa è successa a me, non posso certo esimermene.

- Non credo che Cesare parlasse in greco.

- Avrà fatto le serali.

- Ma che serali?!

- Comunque il fatto è questo, che sono riuscito a vincere una battaglia, la guerra sarebbe iniziata da lì a poco. Ma per quanto, un mese, qualcosa di più?, tutto è andato in modo stupendo tra noi due. E credo che non avrebbe potuto fare altrimenti, eravamo fatti l'uno per l'altro... Eravamo, se possibile, ancora più simili di quanto pensavo all'inizio, tipo che quando mi chiedevano di descriverti dicevo "Pensa alla mia versione femminile, e più o meno ci sei", certo, a pensarci adesso forse era offensivo perché una me in versione femminile probabilmente è una ragazza non proprio bella, ma caratterialmente, cazzo, eravamo tutti e due dei geni incompresi! Lo dico con ben poca modestia per quanto riguarda me, in fondo non sono affatto un genio, cioè, chiunque dice così, ma è anche vero che 9 milioni di italiani votano Berlusconi alle elezioni...

- Figuriamoci se non ci mettevi anche lui in questo discorso. Ti conosco troppo bene, ero sicuro che prima o poi l'avresti citato!

- Beh ma...

- Smettila di guardare Travaglio e Santoro! [ride] ti rovinano e basta.

- [ridendo]Maccosa?! Travaglio è il mio idolo, tengo una sua foto sopra il letto e ogni giorno prima di andare a dormire lo prego almeno 5 minuti...

- Secondo me dovresti seguire meno la politica.

- Ma no, dai...

- Non te ne accorgi, ma un giorno sei normale, il giorno dopo ti ritrovi a seguire Giovanardi su Twitter.

- [ridendo] Non pensavo conoscessi Giovanardi!

- Smettila con queste stronzate! Stavamo parlando di altro, continua!

- Poi però mi spieghi come lo conosci. Stavo dicendo?

- Che sei poco modesto.

- Ah, beh è vero.

- ...

- ...

- ...

- Niente, ho perso il filo. Mi sono perso mentre pensavo ai teletubbies al negativo.

- Uff, dai, stavi parlando di quando abbiamo litigato...

- Beh, vedo che te lo ricordi. Si, e...

- Teletubbies al negativo?!

- Si, è un video inquietante su youtube, dopo te lo passo. Comunque dicevo, beh, ti ricordi di quella cosa. Beh, anche io ricordo, ricordo di non aver più capito un cazzo da un certo punto in avanti. Cioè, dall'inizio della faccenda in realtà. Sai, tutt'ora non ho bene capito perché abbiamo litigato, e di chi sia la colpa, e tutto il resto. A un certo punto mi sono arreso, perché anche io mi ero incazzato per tutta una situazione gigantesca che non avrei nemmeno immaginato, ed ho fatto il possibile per non pensarci. Non ricordo bene cosa sia successo per qualche mese seguente, non ho ricordi particolari di cose che ho fatto o che non ho fatto, ma sono certo che lì, in quei momenti, è nata l'apatia che mi sovrasta anche in questo istante, l'indifferenza, una crisi personale, qualcosa del genere; perché con te se n'era andata anche un'altra mia amica, fondamentalmente per lo stesso motivo. Perché quando una ragazza ti lascia, c'è sempre un amico o un'amica disposto ad ascoltarti, beh... con me, in quell'occasione, non c'era nessuno: ero rimasto solo. E tutto per un qualche colpa che dovevo ancora capire bene. Il problema non era tanto le conseguenze di ciò che è successo, ma la causa, che... per dire, se mi avessero detto che scrivendo quel messaggio sarebbe accaduto quello che è accaduto, non c'avrei mai creduto, ecco.  Ho fatto la rima, forse sono più genio di quel che penso. Ma aldilà, cosa mi è rimasto di questa crisi? Beh, la domanda è anche: È finita questa crisi? Perché devo essere sincero, credo di essere ancora profondamente... non mi viene la parola, distrutto, affranto, spaventato? da quando ci siamo lasciati, o insomma, quello che è. Solo non capisco... Sta finendo una crisi e ogni volta che passa una crisi resta qualche traccia, forse non è evidente dall'esterno che sono una persona estremamente diversa dal Mattia di 8 mesi fa, ma è cambiata più o meno qualsiasi cosa in me, nel modo di concepire il mondo, la gente, i comportamenti, i miei ragionamenti. Forse se io sapessi cosa significhi nichilista mi definirei tale, almeno pei ragionamenti che faccio... sento che la felicità altrui è frutto di apparenze vane e passeggere, che la loro visione globale sia chiusa attorno al cerchio dei loro campi ottici, e che non vedano il mondo così com'è: un ammasso di odio, indifferenza, rabbia, solitudine. Solitudine, signori e signore, è questo il nemico più spaventoso contro cui si possa combattere, e noi due conosciamo sicuramente gente che l'ha vissuta in maniera molto più violenta di me; io l'ho intravista, da lontano, e mi ha fatto maledettamente paura, e ho capito che nella mia vita non voglio mai, mai e mai più essere solo.

- Le crisi in fondo servono a questo, non trovi? In fondo tutti noi viviamo delle crisi, piccole crisi, ogni giorno. Una volta, per esempio, volevo disegnare un tramonto su un lungo mare. Beh, mi ci sono volute due settimane, e ogni giorno mi disperavo sempre di più perché non riuscivo a farlo; ma alla fine, dopo un lungo tempo di lavoro ci sono riuscita. Il punto è che le crisi ti mettono sempre di fronte a una scelta: superare il problema o sprofondare sempre di più nella tristezza. E non dico che quest'ultima sia da deboli, o da falliti; grandi uomini hanno terminato la propria vita dopo aver imboccato la strada, magari perché una soluzione non esisteva, o cose così. Praticamente: non bisogna mai arrendersi.

- Già, ma non è la cosa che ti viene in mente in quei momenti.

- Lo immagino.

- Sai, prima volevo dirti una cosa che poi mi era sfuggita. Non mi ricordo l'occasione precisa, ma mi ricordo che in qualche teatro c'era qualche festa, e tu avevi qualche ruolo. Scusa la vaghezza ma come dice un mio amico di 16 anni "è l'arteriosclerosi che avanza" (è un bravo ragazzo, credo che sia qualche decina d'anni avanti in tutti i sensi), comunque. Ehm, dicevo... Aspetta, dimentica tutto. Ricomincio: c'è una canzone che ho amato e che amo e che si intitola Baci dalla Provincia, e c'è un pezzo del testo che fa più o meno: "Se non mi sbaglio avevi 18 anni / al party dove non smettevo di ubriacarmi / tu eri splendida nel tuo abito da sera / anche se era notte già da un po'". Ogni volta, giuro, ogni volta che ascolto quest'ultima parte penso a te, in quella festa di qualcosa che ti dicevo prima. Eri bellissima, lo sei sempre stata. E più ti vedo, per i corridoi, a scuola, ovunque, non faccio altro che ripensare alle troppo poche cose belle che abbiamo fatto insieme, e al fatto che tu mi manchi terribilmente, e che darei qualsiasi cosa, in questo momento, pur di starti vicino per un tempo tendente a più infinito.

Tu eri splendida nel tuo abito da sera / anche se era notte già da un po'.