Saviano
2018-06-23
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Oggi, in un'intervista su Rai3, il ministro dell'interno Salvini ha parlato di Saviano e della sua scorta (virgolettato preso da qui):

Sulla scorta allo scrittore Roberto Saviano saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione.
Quindi, più tardi, sempre Salvini:
Non spetta a me questa scelta. Chi di competenza valuterà, dico solo che, slegato dalla fattispecie singola, l’Italia ha il record europeo dei servizi di scorta e vigilanza.
Chi in queste parole non ci trova niente di assurdo provi a leggerla in questo modo:
Lasciare Saviano senza alcuna protezione contro camorristi e narcotrafficanti? Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all'estero, valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione. Dico solo che, slegato dalla fattispecie singola, l'Italia ha il record europeo dei servizi di scorta e vigilanza.
In passato si è fatto un putiferio per molto meno, evviva la legalità abbasso le mafie, ma com'è che oggi il popolino sta dalla parte di Salvini e di queste affermazioni? Qua il ministro dell'interno si sta lamentando perché l'Italia garantirebbe troppe scorte, e guarda caso lo fa a conclusione di un discorso riguardante Saviano, sotto scorta da 11 anni. E meno male che con lui al governo gli italiani potevano sentirsi al sicuro.

Giusto, Salvini, spendiamo troppo in scorte per giornalisti, sindacalisti, politici e pentiti di mafia; bisogna tagliare dove possibile, d'altronde la flat tax in qualche modo si deve pur finanziare, no?

Dai, bisogna davvero avere la faccia come il culo per lamentarsi del "record europeo dei servizi di scorta e vigilanza" nel mezzo di un discorso su Saviano. Sì ok, però dovete capire che la mia lamentela è slegata dalla fattispecie singola, quindi non mi stavo mica riferendo a Saviano, nonostante fino a un secondo prima stessi avanzando l'ipotesi che proprio a Saviano potrebbe essere revocata la scorta. Insomma, non è che mi interessa di Saviano, è che abbiamo in Italia il record.

Il record. Ma poi che record è poi? Il record di persone sotto scorta? Il record di soldi spesi in scorte?

È assurdo doverlo dire, ma un ministro dell'interno non può pensare che, siccome ci sono troppe scorte, allora bisogna toglierne qualcuna. È la stessa linea di pensiero che nel 2002 ha portato a togliere la scorta a Biagi, per poi ritrovarsi a celebrarne il funerale dopo il suo assassinio da parte delle Brigate Rosse.. E se si cercasse invece di risolvere il problema alla radice, eliminando i problemi che rendono necessarie queste scorte? Se al posto che rimuovere la scorta di Saviano si agisse radicalmente e sistematicamente contro camorra, ndrangheta e mafie varie? Qualcuno dirà che una soluzione del genere è superficiale e irrealistica perché il problema è strutturale, eppure tra le molteplici idee irrealistiche portate avanti da Salvini durante la campagna elettorale questa è quella più di buon senso tra tutte quelle che non ha sbandierato. Flat tax, reaganomics, respingimenti in mare, sostituzioni etniche, piani Kalergi e vaccini... ma praticamente mai una parola sulla mafia. E Saviano, nel suo video di risposta al ministro, lo fa notare con un esempio: in un comizio a Rosarno, feudo delle famiglie 'ndranghetiste dei Pesce e dei Bellocco, che nel 2010 fu terra di scontri violentissimi tra braccianti agricoli immigrati, polizia e rosarnesi (tra cui anche affiliati alle famiglie citate sopra), non una parola venne spesa sulla lotta alla mafia. Non una. Salvini, da ministro dell'interno, si scaglia contro i migranti come se la colpa del disagio in cui si ritrovano ricada solo su di loro, come se la colpa del disagio sia intrinseca al loro essere immigrati, come se immigrati uguale "degrado".

Quello attuale è un governo di coalizione, ma assomiglia sempre più ad un monocolore leghista. Sgarbi, l'urlatore professionista e ora deputato, famoso tra le altre cose per aver dato del gay a Di Maio senza nessun motivo (vabbe allora pure io dico che Sgarbi ha la mamma puttana tanto possiamo dire le cose a caso giusto), durante le dichiarazioni di voto alla Camera ha detto di Conte che è "vicepresidente di due vicepresidenti", ma col senno di poi sembra esserci un vicepresidente di troppo in questa definizione. Quando mai Conte ha preso la parola per esprimere un'idea chiara e netta su un argomento? Ma soprattutto quando mai l'ha fatto Di Maio, dal giorno del giuramento? Il M5S sembra assente dal dibattito, è molto meno influente della controparte leghista, quasi si comportasse da forza politica subordinata (nonostante abbia preso quasi il doppio dei voti della Lega). Tutte le notizie che vengono dal Movimento sono timide proposte su reddito di cittadinanza e provvedimenti economici minori, ma non raggiungono mai davvero le cronache nazionali.

Forse ci saranno momenti in cui saranno loro in primo piano (anche se spodestare Salvini, che in linea con lo stile comunicativo di Trump ne spara una grossa a settimana per rimanere sempre sulla cresta dell'onda, sarà difficile); eppure da una forza politica così fortemente ideologizzata sui principi dell'onestà e della legalità, da sempre vocale oppositrice delle mafie in tutte le loro forme, il silenzio di questi giorni sulla vicenda Saviano è ancora più irreale, e rende manifesto più di ogni altro segnale il tradimento dei valori fondanti del Movimento. Di Maio, sul caso scorta, ha dichiarato:

Io penso che ci dobbiamo concentrare sulle cose che stanno nel contratto, su cosa faremo per gli italiani, l'ho detto anche ai parlamentari [...] poi ognuno dica quello che vuole ma nel tempo libero.
Nel 2010 Feltri, l'uomo che ama più i suoi gattini dei suoi nipotini (non è una cosa negativa) nonché direttore del Giornale, propose in prima pagina una raccolta firme contro Saviano, reo di aver raccontato degli affari redditizi della mafia al nord e in Lombardia in prima serata su Rai3. Non riesco a trovare molto online ma, davvero, non riesco ad immaginarmi nessun Di Battista, Di Maio o Toninelli muto e silente di fronte a una provocazione del genere contro uno scrittore che racconta la mafia; allora erano "solo" provocazioni, raccolte firme: oggi invece parliamo di scorte, qualcosa che può decidere la vita o la morte di una persona, e Di Maio cosa fa? Replica dicendo che bisogna concentrarsi sul Contratto e poi ognuno dica quello che vuole. Questo è un tradimento.