La Repubblica Democratica Socialista di Zogno è uno stato socialista del popolo tutto, che esprime il volere e gli interessi dei lavoratori, dei contadini, dell'intellighentzia, dei lavoratori di tutte le nazioni e di tutti i popoli del paese. (anche poscante)
1. Prologo
Il Belotti nel suo seminale Storia di Zogno e di alcune terre vicine congettura la presenza, in epoca romana, di un "modestissimo abitato, forse di pastori e mandriani raccolti verso la sommità del monte [...]"; osservò poi che le etimologie dei nomi di paese Carona, Dossena, Lepreno, Ambria, Endenna, Benaco sopra Sedrina e Sedrina potrebbero avere origine celtica, al ché "non è fuori luogo pensare" che anche sotto il dominio etrusco Zogno potesse avere "qualche germe di vita". Nessuna fonte certa, tuttavia, a sancire la verità o meno delle succitate ipotesi.
Il primo documento in cui appare il nome Zogno (ovviamente in una forma ortografica un poco differente e adeguata all'epoca) risale al marzo 1102: si tratta di un atto di vendita in cui Giselberto IV e il figlio Nantelmo vendono la corte di Almè, quindi anche i beni compresi "in valle Brembana, in loco et fundo Zaunio". ad un certo Alcherio di Lallio per 110 lire milanesi. Ciò significa che Zogno, vuoi fin dall'inizio, vuoi per progressivo ingrandimento, ad un certo momento della storia è entrato a far parte della corte di Almé: vista la storia di quest'ultima, è possibile presumere con buona certezza che Zogno allora esistesse già in epoca longobarda; qualcuno fa notare, comunque, che i documenti parlano unicamente di beni nel monte di Zogno ("in montem quod nominatur Zogni") e non dell'intera area che oggi faremmo ricadere sotto la Nostra giurisdizione.
Queste, secondo il Belotti, sono le più antiche testimonianze di insediamenti umani nel territorio oggi denominato Zogno. Come egli stesso sottolinea nelle prime pagine della sua opera,
Chi ricerca le origini di una terra, e specialmente della propria terra, è quasi naturalmente ansioso di ritrovarle nelle epoche più remote, quasi per conferire ad essa un'antica nobiltà. Anch'io provai la medesima ansietà per Zogno, ma nessuna traccia mi si è offerta per testimoniarne l'esistenza prima di tempi relativamente a noi vicini.
Ebbene: l'antica nobiltà che tanto il Belotti andava cercando, senza risultati, si manifesta ai nostri giorni, con il grandioso progetto urbanistico da quasi due anni in itinere nel territorio stesso di Zogno (più precisamente, nel mio pc): la Repubblica Socialista di Zogno.
2. Excusatio non petita
Lo so. Sì, lo so: a Zogno non c'è il mare o l'Islanda, l'isola di Lesbo è in Grecia e le Hawai non sono rette da un mio compagno di classe.
Ma se per un momento dimenticate questi curiosi toponimi vi accorgerete che non è poi tutto diverso da come è davvero Zogno in realtà: Zogno [DT], che sta per Zogno Downtown, è la capitale morale della Repubblica Socialista, consta di 250.000 e passa abitanti ed è collegata con le maggiori città della Repubblica nonché con l'hinterland delle microregioni Zogno[PF1] e Zogno[PF2].
3. Zogno downtown, da vicino
Come ho già accennato, vorrei approfondire e fare qualche zoom su caratteristiche particolari della città universalmente considerata come "capitale morale" della nostra gloriosa Repubblica. Zogno Downtown, al momento di andare in stampa, conta 265.000 abitanti, in prevalenza di reddito medio (il superamento in cardinalità dei cittadini a reddito medio rispetto a quelli di reddito basso è un obiettivo macroeconomico raggiunto solo pochi anni fa grazie a precise manovre basate sullo sviluppo commerciale ed industriale e ad un potenziamento delle infrastrutture educative all'interno delle zone residenziali). Approssimativamente, il ceto medio si attesta a quota 130.000 individui, il ceto basso a 100.000, il ceto alto a 30.000, come si può vedere dal seguente cartello:
Architettonicamente, la città è assai interessante: unisce infatti almeno quattro stili architettonici di differenti epoche racchiudendone ognuno (in linea di massima) in quartieri diversi. Qua di seguito qualche bella foto da Zogno!
4. Aspetti ambientali della città
Come accennato in precedenza, la costruzione e il mantenimento dello status quo (i.e. cambiare la forma ma non la sostanza (i.e. costruire nuovi edifici per guadagnare sempre più)) richiede una grossa mole di organizzazione e richiede, ovviamente, la presenza capillare dello stato in tutte componenti della vita di ogni cittadino; il quale, secondo l'insegnamento del nostro patrigno Hegel, non deve più essere una goccia all'interno del mare, ma deve essere il mare stesso insieme a tutti gli altri. Epitome in compendio del pensiero di Hegel per le persone distratte:
La notte in cui tutte le vacche sono nere
La nottola di Minerva
Non si impara a nuotare stando fuori dall'acqua
Sia il vostro parlare sì, sì, no, no
Il vero teatro della storia è l'area temperata
Recentemente, le emissioni di CO2 nell'aria sono state praticamente ridotte al minimo sindacale per la scomparsa dell'ultimo conglomerato industriale della città: un grosso quartiere che stava nell'angolo nord-est della città e che con le sui industrie pesanti e manufatturiere impestava l'aria circostante (sulla salubrità dell'aria, cfr. Oh beato terreno del vago Eupili mio, ecco al fin nel tuo seno m’accogli)
Sull'asse delle ascisse vi è ovviamente il tempo, sulle ordinate la quantità di PM10 in µg/m³. Come vedete, siamo ancora lontani dalla fatidica soglia dei 40 µg/m³ (attestandoci pressapoco ai 70µg/m³) normata dalle leggi europee in materia e dal valore ancora più stringente dell'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) di 20 µg/m³, ma contiamo comunque di ridurre ulteriormente le emissioni entro cinque anni promuovendo ancor di più il trasporto pubblico, sia in superficie (autobus) sia sottoterra (metro): ad oggi, il fattore maggiormente inquinante della città sono i gas di scarico delle automobili, non più i fumi di produzione delle industrie pesanti o delle centrali a carbone. Come si può notare, 50 anni fa le polveri sottili arrivavano a toccare soglie strabilianti di 230-240 µg/m³ (bisogna tenere conto che nei momenti più preoccupanti della sua "storia ambientale" Parigi ha sfiorato le 110µg/m³: all'epoca, almeno in qualcosa, eravamo migliori di Parigi): esse erano date, come già accennato, dai numerosissimi ed assai inquinanti quartieri industriali che nell'ultima metà di secolo sono stati completamente rimossi o sostituiti da industrie di alta tecnologia. Negli ultimi quattro anni il valore di PM10 si è stabilizzato: nuovi ammodernamenti delle infrastrutture stradali e ferrotranviarie verranno imposti a breve.
Strettamente legato all'inquinamento atmosferico è l'inquinamento idrico: anche qui, si veda la grafica immediatamente sottostante. Una nutrita presenza di industrie pesanti porta sempre ad un maggiore tasso di inquinamento delle falde acquifere, nelle sostanze: CO2, NO3-, PO34-, SO2, CH4, NH3, H2S, PH3, nonché gli ioni Cr6+, Hg2+, Cd2+, Cu2+, CN- di metalli pesanti che, come risaputo, rallentando l'attività catalitica degli enzimi portano, più o meno lentamente, alla morte. La situazione, grazie al cielo, è ora molto più tranquillizzante.
5. Note sul traffico
Come detto, il traffico è una delle fonti principali dell'inquinamento non solamente ambientale ed atmosferico, ma anche acustico: una scorretta gestione del problema può essere fatale per ogni sindaco/presidente di ogni città/stato. Attualmente è in corso una riorganizzazione delle strade pubbliche che porterà, nelle nostre intenzioni, ad una diminuzione del volume di macchine per decametro cubo in quasi tutte i quartieri, eccezion fatta per alcuni particolari quartieri commerciali in cui, al contrario, è desiderabile un grosso afflusso di macchine.
Le metropolitane, invece, non sono particolarmente sviluppate nella nostra Capitale: diventeranno presto, tuttavia, nuova fonte di mobilità per pendolari da e verso il centro, così come da e verso altre città confinanti.
6. Economia e società
L'economia della capitale della gloriosa Repubblica Socialista di Zogno (RSdZ) si uniforma ad un rigoroso capitalismo di stato come nel nostro modello di riferimento, l'Unione Sovietica. Con la grossa differenza che il proletariato, persa la spinta propulsiva verso la rivoluzione permanente (ora in mano all'onnipotente PCUS zognese, il Partito Comunista di Zogno) ha ceduto il passo alla classe media, che sta prosperando non poco tra una bolla speculativa e l'altra.