Recensione di : The Dark Side of the Moon
2011-01-14
(home)

"E se il gruppo in cui suoni inizia a suonare note diverse

Io ti vedrò, sul lato oscuro della Luna..."

Dark Side of the Moon, un album mastodontico, universale, incredibile, banale, travolgente, moderno, nascosto, elettronico... Chissà quanti altri aggettivi potrei aggiungere. Ma ci vogliono tutti: i Pink Floyd, con questo album, hanno raggiunto il vertice della loro seconda fase, quella dominata da canzoni più orecchiabili e meno psichedeliche rispetta alla loro prima fase. Qui, i nostri sperimentano alcuni strumenti quali il VCS3 e i nastri registrati, in particolare vi si incise la voce del roadie Chris Admanson; le frasi erano montate in modo di ottenere simpatici non-sense, caratteristica voluta di Gilmour.

Appena dopo aver comprato il disco, mi fermo un attimo a guardarne la copertina: famosissima, certo, ma sempre dotata di quel fascino misterioso. Un prisma che trasforma una luce bianca in arcobaleno: tutto merito della Hipgnosis, l'agenzia incaricata di produrre le copertine dei Pink Floyd.

Così, arrivo a casa, "sfalcio" la plastica che ricopre il CD (maledettissima plastica! Non riesco mai a toglierla!!) rischiando quasi di romperlo e lo inserisco nel mio Pc. Attacco le cuffie e... Zac! Inizia la musica!

In realtà non è che sia proprio musica la prima traccia: Speak to Me è più un preludio sonoro all'opera che dopo verrà. Essa è composta principalmente dal rumore di un battito del cuore che, in un portentoso crescendo, culmina nella seconda traccia, ovvero Breathe. Breathe, in italiano, significa respiro, forse un titolo migliore sarebbe stato "Stifled", eheh. Si ode sempre la chitarra di Gilmour con i suoi graduali bend e con le sue note sustain (tradotto, con le sue famose note lunghe e con i suoi passaggi graduali da nota a nota) e le tastiere di Wright, nonchè il canto di Water:

For long you live and high you fly and smiles you'll give and tears you'll cry and all your touch and all you see is all your life will ever be...
All'improvviso, dopo un colpo del piatto di Mason, parte la sequenza di On the Run, uno dei brani che il chitarraio definiva regolarmente come "Numero da discoteca", è una serie di note suonate da un sequencer a velocità più che sostenuta. Passano quasi 4 minuti e parte la traccia probabilmente più famosa dell'album; ticchettio di orologi, cucù e campanili sfociano in Time, la canzone che dimostra l'abilità di Waters a creare liriche associate alla musica in modo superbo, eccezionale. Poi, partirà il solo di Gilmour destinato ad rimanere nella storia del Rock, con la Erre maiuscola. La pressione è alta e manca ancora un brano alla fine del lato A, e questo brano è The Great Gig of Sky, detto anche in modo in-ufficiale Breathe (Reprise). Una cosa strana del mio disco è che questa traccia compare sì nelle liriche ma non nella scaletta dei brani. Mah, questi produttori... In ogni caso, così termina il primo lato del vinile.

Il secondo lato (non metto il titolo al paragrafo perchè potrebbe risultare alquanto osceno [B-side o Lato-B]) è, secondo me, una raccolta un po' più sfilacciata di buone idee. In particolare, a me sembra che Us and Them sia molto distaccata dagli altri brani. I ogni caso questa è una mia opinione, ognuno poi pensa per sè.                                                          Il secondo lato parte con Money, un testo piuttosto chiaro di Roger Waters e tipico dello stile Floydiano. Si sentono, all'inizio, dei registratori di cassa e delle monete che cadono: è la partenza di un brano molto blues rispetto agli standard del gruppo, ma comunque piacevole. Attacca poi Us and Them, di cui abbiamo già parlato, poi Brain Damage, 'danno celebrale' in Italiano, penultima traccia dell'album. Buoni, anzi, buonissimi gli inserti di strumenti elettronici (penso ci sia anche un Minimoog, se non vado errando); essi si fondono in un tutt'uno per poi raggiungere il culmine, l'apoteosi in Eclipse, brano leggendario entrato di diritto nella mitologia dei Pink Floyd e venerato da tutti i fan. Un intreccio di voci, strumenti e coro che finiscono come in principio fu: il battito del cuore, come per dare l'idea di un "Loop" infinito.

Un album magnifico, maestoso, a tratti ambizioso. Consiglio caldamente a tutti, nessuno escluso, di ascoltarsi questa Opera-Rock.

Valutazioni (ma come sono cattivo oggi...)

Copertina : 9 1/2

Musica generale: 8 1/2

Musica singola: 8

Abilità strumentale: 9 1/2

Voto finale: 9

Voto personale: 9 1/2