"ti dicono di essere te stessa,e poi ti giudicano per questo"
2013-08-03
(home)

Che molte mie coetanee o coetanei non ragionino è un dato di fatto, queste frasi lo dimostrano: pretendo di non essere giudicato o non essere criticato perché io sono cosa sono? Questo è il ragionamento alla base della dittatura, anche se è evidente che le due cose sono su piani dimensionalmente diversi.

Ma io non sono ingiudicabile se sono me stesso, se sono un unicus; non sono mai stati privi di critiche capolavori d'arte (cinema, musica, pittura...) che per loro stessa definizione sono unici nel proprio genere.

Cos'è questa smania di aver paura del giudizio altrui? Non siamo forse noi (pluraris maiestatis che però non vuole essere preso come una considerazione generalistica) la generazione dei Club Dogo, tanto propensa a fregarsene del giudizio altrui ecc ecc? Ecco, se avete tanto paura di ciò che pensano gli altri non migliorerete mai, vivrete di pettegolezzi (non della gente, ma i vostri) e cercando di non deludere nessuno, vestendo però la più brutta maschera della superiorità manifesta ma non pratica, ovvero del "Io sono superiore perché non mi importa della gente". Quando in realtà, dentro, siete dilaniati.

E davvero spero che voi, che vi dite tanto spavaldi e spostati dalla mentalità collettiva, verrete un giorno dilaniati dalla stessa, oppressi dai fuochi incrociati, svelati della maschera nera che indossate.