"Ce n'è ancora, di strada"
2015-08-04
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Ho sulla mia scrivania, ora, un piccolo amplificatore con il jack collegato al nulla, un libro, Big Sur di Jack Kerouac, che non posso leggere perché non è per me con all'interno una lettera che non vuole essere niente di ché, e quindi il mio blocco schizzi dove un anno fa scrivevo qualsiasi cosa volesse sembrare un racconto o un inizio di un racconto o poesie o altro che mi lasciasse sfogare l'irrequieta tristezza che in quei giorni o quelle settimane avevo dentro, ed è tutto in verità abbastanza omogeneo lì dentro: era il periodo - forse inizio a capire perché ho avuto l'impulso di scrivere la prima riga di questo post - in cui Kerouac era il mio unico mentore ed ero innamorato perso di qualcuno che non potevo avere. Io non voglio essere quello che stabilisce cos'è amore e cosa non lo è - sarebbe da matti e da odioso saccente - eppure fin'ora mi sono imbattuto in due distinti modi d'amare: violento e trascendentale. Il primo è qualcosa che non ti fa stare fermo, letteralmente, quello che faresti qualsiasi cosa pur di non lo so, quell'amore che è prettamente fisico, ma non nel modo in cui lo si intende dopo aver letto qualche scadente romanzo di formazione italiano, è un amore che senti sulla pelle, sulle ossa, sui nervi; ed è bellissimo, perché quando ti senti così e sai di essere almeno un po' ricambiato, ti senti capace di fare qualsiasi cosa, dico davvero, di prendere e partire per il posto più stupido al mondo ed essere felice perché è così che vuoi essere - felice e innamorato - per il resto della tua vita. È una sensazione fantastica, quasi tangibile nel senso stretto della parola. L'amore "trascendente", invece, è più complesso... anche da descrivere, forse perché ancor'ora lo sto vivendo e mi viene difficile dargli una dimensione narrativizzata, per così dire, ed è l'altra faccia della medaglia - l'amore che ti fa sentire calmo e sereno, un po' come diceva Epicuro forse, eppure in questo caso non si tratta dell'assenza di passioni ma tutto il contrario, l'essere totalmente ma dolcemente cullati dalla passione più grande per una persona. È la sensazione serendipida di quando sei sdraiato sull'erba con questa persona a contemplare il cielo estivo e notturno. Sentirsi in pace con sé stessi, e con qualche persona. Lasciarsi andare, lasciarsi trascinare dal corso degli eventi, come dovrei ricominciare anche io.

Non è Hopper, è John Register.
Non è Hopper, è John Register.

Ricomincerò a leggere Kerouac, promesso.