Nel 2016, Oxford Dictionaries dichiarò post-truth come parola dell’anno, post-verità, facendo notare come il suo utilizzo fosse spiccato del 2000% durante le campagne elettorali per la Brexit e per le presidenziali americane. È una specie di neologismo, insomma, una parola nuova necessaria per descrivere un fenomeno nuovo: post-truth è, ad esempio, uno degli aggettivi utilizzabili per delineare la comunicazione e la politica di Trump, cheè incapace di testimoniare davanti al procuratore speciale Muller a causa della sua pseudologia fantastica. (per chi se lo stesse (giustamente) chiedendo: “pseudologia fantastica” è un termine che ho appena imparato per indicare un bugiardo patologico, wow)
Da questa parte dell’Atlantico, in Italia in particolare, si è invece gradualmente manifestato il fenomeno opposto: sono state inventate parole nuove per concetti vecchi; o, peggio, a causa del loro abuso alcune parole hanno assunto significati diversi, vaghi, politicizzati. Sei esempi:
Sovranismo (aka: Nazionalismo)
Di questo ho già parlato nello scorso post. La re-brandizzazione della Lega da fiero movimento indipendentista della Padania a partito di unità nazionale è passata anche per l’utilizzo strano di questo termine, sovranismo, che al contrario di nazionalismo (parola che richiama alla mente immagini di guerre, odio e partiti i cui risultati sono tristemente noti a tutti) dà un’idea di patriottismo, di orgoglio, e soprattutto di modernità. Tutti significati, eccetto quest’ultimo, che il termine nazionalismo già conteneva.
Pro-Life (aka: Anti-abortista)
Vi ispira più simpatia una persona che si definisce pro-vita o anti-abortista? La risposta è banale: la rete semantica che si attiva nel vostro cervello quando qualcuno dice “anti-abortista” è fatta di aborti, feti morti, pillole, stupri, giovani madri, dolore, rabbia, angoscia, ecc. Pro-vita, invece, lo associereste a termini quali vita, nascita, il colore rosa, la luce, la foto stock di una famiglia che sorride con i bambini che giocano, ecc. Sorprendentemente, questi due termini si riferiscono allo stesso concetto. Le varie Marce per la vita sono fondamentalmente Marce contro l’aborto; il guaio è che il trucchetto funziona, e il termine pro-life viene tranquillamente utilizzato al posto di anti-abortista: una distorsione del linguaggio inquietante, una banale operazione di marketing che sta funzionando. Aggiungo, tra le altre cose, che mi sembra un po’ ipocrita da parte di questi autodefinitesi pro-life opporsi alle adozioni da parte di coppie gay, come a dire: la tua vita è importantissima finché non sei nato, dopodiché oh crescere in un orfanotrofio va benissimo pur di non crescere con due genitori dello stesso sesso.
Pro-Choice (aka: Anti-choice, anti-abortista)
Analogo discorso: preferireste una persona a favore della libertà di scelta o contro la libertà di scelta? Ovviamente la prima: in senso lato siamo tutti a favore della libertà di scelta quando si tratta di aborto; ma dal momento in cui la fazione “pro-life” si è impossessata dell’etichetta “pro-choice”, essere a favore della libertà di scelta si traduce nell’essere contro l’aborto, di nuovo. Il fronte pro-choice si crea un nemico fittizio, dei fantomatici “anti-choice”, loschi figuri che vogliono impedire alle donne di portare avanti una gravidanza, e vi si scagliano contro. Davvero, quanto è illogica una definizione del genere, pro-choice?! Come se la scelta di non abortire fosse sotto attacco, come se ci fosse bisogno di difenderla! Nessuno ha mai obbligato una ragazza a portare avanti una gravidanza desiderata, anzi; e purtroppo però non si può dire il contrario, visto che in Italia di medici obiettori ce ne sono sempre di più e ottenere un aborto diventa sempre sempre sempre infinitamente più difficile.
Buonismo (aka: ?)
Chi saprebbe dare una definizione in termini precisi di buonismo? È una parola che abbiamo sentito e letto fino alla nausea ma i cui contorni sono vaghi, la definizione incerta. È uno di quei termini catch-all, facili e belli da usare quando si vuole chiudere in fretta una discussione ed etichettare un avversario politico come troppo fantasioso, oppure troppo utopico, oppure (brrr) compassionevole, oppure a favore dei diritti delle minoranze, magari uno che viene dai centri sociali, o un anti-fascista, uno che attacca i Carabinieri dopo il caso Cucchi, un gay, che poi di sicuro sarà uno di quelli che “non pensa mai agli italiani”, uno politicamente corretto, una femminista, un “comunista”, eccetera eccetera eccetera - insomma, in generale un buonista è chiunque si oppone alla destra tanto in voga in questi anni, destra che, suppongo, si auto-definisca cattivista visto il suo astio per tutto ciò che ho elencato qui sopra.
(È peraltro interessante notare come, in epoca fascista, si diffuse un neologismo, pietismo, che presenta moltissime somiglianze con l’uso che si fa oggi del buonismo: dopo il 1938, pietista era l’epiteto “usato contro chi spendesse qualche parola in favore degli ebrei vessati dalle leggi razziali”)
Radical Chic (aka: vedi Buonista)
Free-vax (aka: No-vax)
Questa parola è difficile da spiegare perché, se il mio inglese non mi inganna, è frutto di un errore: free vax vuol dire infatti “vaccini gratis”, mentre è invece vax-free che significa “privo di vaccini” (il termine che, credo, questi movimenti avrebbero dovuto utilizzare). In realtà, a complicare ulteriormente le cose, free-vax potrebbe contenere un terzo gioco di parole, se si considera il termine free sottointendente free choice - effettivamente i free-vaxer ribadiscono la libertà di ogni genitore sulla scelta di vaccinare i propri figli o meno. Pausa. Sentirete spesso dire da questi gruppi che “loro non sono contro le vaccinazione, ma sono contro l’obbligo dei vaccini”. Scusate, ma aldilà della significato superficiale di questa frase, cosa sta veramente dietro? Essere contro l’obbligo dei vaccini significa essere dei no-vax, c’è poco da fare: se ci sarà un’epidemia di morbillo (come, per altro, c’è in Italia in questo preciso momento in cui scrivo), combattere l’obbligo di curarsi non differirà in alcun modo dal combattere i vaccini. Non vedo differenze.