Le vespe nella Divina Commedia
2014-11-24
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Forse, V per Vendetta è un film carino. L'abbiamo visto a scuola, alla cogestione forse o in qualche ora buca, solo che io non c'ero e ho visto solo il finale e quindi insomma, Natalie Portman si è rasata la testa per V per Vendetta, si raserà la vagina anche per V per Vagina spero. Ma, andiamo avanti: non è solo una mia impressione ma negli ultimi anni la maschera di V è stata usata in qualsiasi protesta più o meno ovunque nel mondo, come simbolo di ribellione ai governi alle leggi alla società eccetera eccetera; voglio dire, non è un controsenso? Mi sembra anche piuttosto strano che pochi si rendano conto di come l'immagine di V sia stata fornita da una megaproduzione di circa 50 milioni di dollari. Tanti di quelli che vogliono andare, chi in modo serio chi meno, contro il sistema sistematicamente indossano quella maschera, simbolo di un'azzeccatissima mossa di marketing. Ripeto: non ho visto il film, e non entro nel merito della trama che sicuramente è bellissima inarrivabile e tutto quello che volete, ma è fondamentalmente insensato combattere il capitalismo utilizzando simboli venuti fuori dal capitalismo stesso.

In secondo luogo, vorrei scrivere due righe su una riflessione curiosa ispiratami dalla lettura dell'Inferno di Dante. Al canto III, descrivendo le anime ignave, ai versi 64-66 scrive così:

Questi sciagurati, che mai non fur vivi, erano ignudi, stimolati molto da mosconi e vespe ch'eran ivi.
La domanda sorge spontanea: mosconi? Vespe? Ma di che stiamo parlando?!

Dando per scontato che (momento di bassa comicità) Dante non si riferisca al Mosconi tardo-novecentesco che tutti noi conosciamo o al Vespa conduttore di Porta a Porta (entrambi, a ben pensarci, ben adatti per un ruolo all'inferno)(fine), qua si parla davvero di insetti. Insetti nell'Inferno? Leggiamo la terzina 31-33 del canto I:

Ma io, perché venirvi? o chi 'l concede? Io non Enea, io non Paolo sono: me degno a ciò né io né altri crede.
Questi versi ci indicano come, almeno nella concezione dantesca, solo due anime viventi abbiano potuto attraversare quel regno "ultramondano" (fermo restando che secondo l'impostazione della Commedia l'Inferno è collocato all'interno della Terra stessa), quelle di Paolo e di Enea.

Gli animali, allora, secondo la concezione dantesca dell'inferno hanno un'anima? Purtroppo, per quanto ho potuto constatare in affannose ricerche sulla rete, non vi è alcun documento che provi o smentisca una tale affermazione; è possibile, tuttavia, notare come la concezione di animale in quanto essere "animato" simile all'uomo è una recentissima novità nel mondo cattolico, che è tutt'ora al vaglio di studi teologici dai toni assai accesi. Per farla breve: l'uomo è dotato di anima in quanto animale razionale, ovverosia in quanto essere che quantomeno si pone la questione dell'esistenza o meno di Dio (la ridondanza era voluta); gli animali non razionali, ovvero tutte le altre specie, sembrano non sviluppare queste idee e, di conseguenza, alcuni studiosi li ritengono impossibilitati al possesso di un'anima.

Come considerare quindi il macro-problema degli animali all'interno della Commedia? Invero, è difficile a dirsi. Se pensiamo, infatti, al ricorrente tema del "vano abbraccio" (per cui Dante, anima mortale tra anime già morte, non può toccare fisicamente coloro che trova lungo il suo cammino ma soltanto percepirne la presenza con gli altri sensi), una questione sorge spontanea: di cosa sono fatti i mosconi sopracitati? Abbiamo detto che è assai improbabile che Dante li ritenesse anime; eppure troviamo scritto che queste vespe pungono e feriscono le anime dell'Inferno! Da ciò sembrerebbe che anche gli insetti infine siano anime, nonostante non vengano contemplati dalla cristianità medievale come esseri animati. Quindi, il dilemma: Dante era avanti di 700 anni (o come si legge ovunque, "il primo dei moderni")? Ha compiuto un errore? O io ho sbagliato qualcosa? Chissà...

In fondo, non so voi, ma io ho sempre avuto l'impressione che i tre regni ultramondani descritti da Dante fossero una mezza fregatura, spesso e volentieri persino contro i diritti fondamentali dell'uomo. Voglio dire, in fondo il Purgatorio può essere visto come un grande carcere in cui i condannati vanno a scontare la pena; e, sebbene all'apparenza esso sembri il carcere più tranquillo al mondo, a ben notare le norme igieniche e i diritti fondamentali dell'uomo vengono calpestati da Dio a più riprese (ma soprattutto le norme igieniche! Qualcuno ha mai sentito parlare di spazzolini da denti nella Commedia?!). Innanzitutto, il processo che vede per imputata una certa anima è completamente privo di trasparenza, come invece richiesto dalle più recenti norme etiche dettate dall'Unione Europea. In secondo luogo, l'anima riconosciuta colpevole viene sbattuta in questi campi di concentramento, lager, gulag, chiamateli come volete, senza né mangiare né bere, né possibilità di riposare, destinata a sopportare per un tempo indefinito torture indicibili. Siamo sinceri: qualcuno di voi ha mai letto nella Commedia di un'anima che dal Purgatorio è passata al Paradiso? Inutile sforzarsi: non vi sono indicazioni temporali sulla durata della pena; e, ad essere sincero, non mi stupirei affatto se il purgatorio fosse un'eterna prigione, alla stregua del terribile Inferno, in cui i detenuti vengono illusi costantemente circa il fatto che un giorno arriveranno a Dio e tutte queste menate. Non parliamo poi della corruzione ai vertici dell'istituto: le indulgenze a pagamento sono all'ordine del giorno; davvero, signori e signori, davvero uno schifo.

Il regno dei cieli non è per tutti, si sa. Giusto l'altro giorno stavo leggendo il Vangelo di Matteo, cp.20 1-16. Voglio dire, leggetelo! Il padrone della vigna (Gesù, o il Marchionne di turno insomma) arruola nullafacenti a tutte le ore del giorno, e a fine giornata questi si ritrovano tutti con la stessa paga. Aldilà della retorica tipicamente destrosa di coloro i quali si ritrovano senza lavoro fisso (in alcune traduzioni, il padrone chiama costoro "oziosi", come se fosse colpa loro!), ciò che colpisce è la totale assenza di regole sul lavoro. Tralasciando infatti tutte le varie norme di sicurezza (dubito ci si debba chiedere se siano state rispettate oppure no), coloro che hanno lavorato per 12 ore hanno ricevuto un danaro così come quelli che hanno lavorato un'ora sola. Semplicemente folle! Se c'è qualcosa di cui sono sicuro è che se il regno dei cieli è davvero così, allora il capo del governo di sicuro non è un socialista. Spero almeno ci siano dei sindacati, da qualche parte lassù...