La leva calcistica del '68 - Il disaggio urbano nelle musiche dei secoli scorsi (cit. Alessia Salvi Hue)
2014-01-15
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Premessa: il titolo è ironico nella parte dedicata ad Alessia Salvi. Non voglio altre denunce (è vero che sfogliando il blog si troverebbe materiale per incarcerarmi vita natural durante ma vabe), per cui pubblico il post pubblico, segnalatomi da un mio amico, a cui si riferisce il titolo.

Ta ta ta ta, cominciamo.

In realtà volevo fare una cosa simile a quel post dedicato a Catullo rivisitato in chiave moderna, quindi con i cantanti degli anni passati, quindi sì, diciamo in chiave un-po'-meno-moderna, a dirla tutta sono vecchietti anche per i miei standard post-musica classica che vabbeh mi sto incasinando. Andiamo avanti? Bene.

Luci a San Siro - R. Vecchioni

Milano mia portami via, fa tanto freddo, 
ho schifo e non ne posso più, 
facciamo un cambio prenditi pure 
quel po' di soldi quel po' di celebrità 
ma dammi indietro la mia seicento, 
i miei vent'anni e una ragazza che tu sai 
Milano scusa stavo scherzando, 
luci a San Siro non ne accenderanno più

Macchina. 3 persone.

Tutte le cassette che mettiamo nel mangianastri contengono musica non adatta. Anonimo hard rock prima, il Vesti la Giubba di Leoncavallo dopo. E poi, all'improvviso, uno sconosciuto. "Hanno ragione... hanno ragione..." No, no, non è uno sconosciuto. È lui, Vecchioni. Cerca di non piangere. Non farlo. "Io quando ho amato ho amato dentro gli occhi suoi". Trattieniti, ce la puoi fare, ma ora arriva il momento duro. Ecco, inizia: "Luci a San Siro, di quella sera...". Niente, è troppo forte, non riesco a non trattenermi.

"Non ce la faccio, troppi ricordi... Non ce la faccio, Giacomo, non ce la faccio!"

Tutto ciò era chiaramente un refrain qualsiasi cosa voglia dire di "Tre uomini e una gamba" di AG&G, nella scena della macchina. Che non è, questo è vero, la scena più divertente del film, ma è comunque un po' divertente. Anyway. Leggete il testo citato qua sopra, l'ultima strofa. In breve, il resto della canzone parla di Vecchioni che parla con un discografico del fatto che non vuole parlare di sveltine ma piuttosto di amori veri e quindi inizia a parlare di una scopata con una ragazza nella tetra e lugubre atmosfera del "nebbione" milanese più tradizionale. Voyeurs. Tra l'altro farlo a San Siro? Ma non c'era una casa proprio, volevano vabbe ma queste sono considerazioni mie superficialissime. Se leggiamo tra le righe, comunque, notiamo il disagio tremendo di questa ultima strofa, "prenditi pure quel po' di soldi e quel po' di celebrità / ma dammi indietro [...] i miei vent'anni e una ragazza che tu sai". Non so voi, ma quando ho ascoltato per la prima volta questa canzone per la prima volta ho ascoltato questa canzone, per la prima volta, ho provato qualcosa mentre cantava queste ultime parole. Avevano un senso, nel contesto, o forse ed è più probabile avevano più senso per me (cosa che non capisco perché non ho vent'anni e non ho mai avuto una seicento, Fernweh), sta di fatto che.

Altrove - Morgan

[...]
Io, un tempo era semplice
ma ho sprecato tutta l'energia
per il ritooooorno.
Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch'ioooo

Morgan quando si drogava era veramente fuori. Ma lo dico in senso positivo, voglio dire, è vero che il fatto è dato dall'intersezione di molte cause ma qua la droga era davvero pesante, è stato anche buttato fuori da San Remo perché si drogava "per curarsi", e che!? Allora io per curarmi mi faccio una canna?! Be forse si. Comunque adesso non so cos'gl'è successo, se ha smesso di drogarsi o se si sta drogando un po' troppo, ma da quando ha iniziato a fare x factor su SkyPe è diventato aiuto, non so perché si presta a questa CARNEVALATA così come elio che porco krishna hai gli eelst perché devi andare a procacciarti cibo da quel tumulo di ignoranza e cosce sudate di xfacotr ma vabe volevo dire comunque. Che questa canzone al primo ascolto, potrebbe sembrare nulla di speciale: non è così. In quel idilliaco momento storico dei primi anni 2000 in cui costùi si drogava solo "il giusto", esce questa canzone che armonicamente, parlo di accordi armonia ecc tutte cose di cui so ben poco ma abbastanza, è davvero Fuori dal Mondo come avrebbe detto quando era ancora insieme ai Bluvertigo. E poi, passando al disaggio del testo. Sappiamo tutti che il padre di Morgan s'è suicidato più o meno quando lui aveva la mia età ora, probabilmente questa canzone, a quanto leggo su interet, è dedicata a lui. Cazzate. Credo che sia, come dice il titolo, qualcosa dedicata all'altrove, al concetto di estraneazione e di alienazione causato da qualsiasi cosa anche se in questo caso penso indovinate bene avete vinto DALLE DROGHE. "Ho deciso / di perdermi nel mondo / anche se sprofondo / lascio che le cose mi portino altrove / non importa dove" - ci sono diversi momenti alti in questa canzone; ascoltatela magari in qualche versione piano solo, merita.

Voglio vederti danzare - Franco Battiato

Nell'Irlanda del nord
nelle balere estive
coppie di anziani che ballano
al ritmo di sette ottavi. 

In realtà Franco Battiato è Dio anche se lui non lo sa-Hue davvero però Battiato era avanti uff è la seconda o terza volta che mi scontro con l'espressione "essere avanti" in questo testo non è che era avanti era diverso, comunque su questo concordiamo che era davvero su un altro pianeta. Zingales ha dato dieci a La Voce del Padrone, per carità, è anche vero che l'aveva scritto su XL e che un volto alto questo disco lo merita realmente, ma non così alto. Purtroppo però non andrò parlando de La Voce, su cui ho ampiamente discusso più di un anno fa, ma di questo pezzo che ha reso davvero celebre Frango, Voglio Vederti Danzare. Che non ha un vero e proprio momento clue o di spannung, si presenta come una canzone unitaria che si trasforma su sé stessa modulando in un po' di tonalità (vicine, non aspettiamoci Bach); è proprio questa diciamocosì uniformità che da al pezzo bellezza. Il testo, "Voglio vederti danzare / come i derish tukghnok che girano / sulle spine dorsali / o al suono di cavigliere del katakalyyy" di per sé è boh, però. È una bella allegoria, tutto sommato, anzi davvero bella, voglio vederti danzare; se uno... diciamo che c'è una coppia di ballerini, no. E lui dice alla sua lei, durante una notte in un deserto del Texas, voglio vederti danzare, come le zingare del deserto, con candelabri in testa o come le balinesi nei giorni di festa ok sulle prime se non conosce la canzone la sua lei gli direbbe ma che oh offendi? cerchi rissa, ah?! Altrimenti credo che potrebbe essere anche una cosa di carina. Detto tutto ciò, il disaggio esistenziale di questa canzone è data dal balletto di Frango nel videoclip datato 1642.

Sembra quasi il nano di Twin Peaks.

Quando tornerai dall'estero - Vasco BBBBrondi aka Le Luci della Centrale Elettrica 

ma sei sempre il sole che scende in un ufficio pubblico
per appenderci un altro crocifisso
e di sera nelle zone artigianali
per tradirsi e per brillare
come le mine e le stelle polari 

Era inevitabile che prima o poi anche lui venisse citato. L'unico vero Vasco che riconosco dopo Vasco da Gama che però conosco solo di gloria e di fama. Vasco Brondi aka Le Luci è diventato famoso nel 2009 un anno dopo l'uscita del suo disco d'esordio autoprodotto che aveva appena vinto il premio Tenco e in lui tutti vedevano o il nuovo cantautore generazionale o un buffone, ed è inutile dire che io non lo vedevo in nessun modo ai tempi per il semplice fatto che l'ho conosciuto solo nel 2012 e comunque non credo ora che sia nessuno delle due perché non è un buffone per il semplice fatto che si vede da tutto quello che scrive da come si comporta dal modo di relazionarsi coi fan dalle poche cose che dice nelle interviste, mi sembra tanto un timidone pacioccone ferrarese che è riuscito in qualche modo a raggiungere il suo sogno di una vita on the road tra la noiosa ma bellissima provincia italiana. Ma non è nemmeno un nuovo cantautore generazionale, per il semplice fatto che il '68 o il '77 è finito, oggi è ora. E cosa diremo ai nostri figli che non avremo di questi cazzo di anni zero? No, lui non rappresenta la nostra generazione, nessuno lo ascolta, lo dice anche lui, "il mio noi nelle canzoni non è un noi generazione ma è piuttosto un noi tre noi quattro, un esercito di 3 persone". Fatto sta, che fatta sto volevo dire che la sua musica ha sempre significato qualcosa per me, e se non è lui il cantante con disaggio nessuno lo è. Avrei potuto citare qualsiasi altra canzone, Per ora noi la chiameremo felicità, La lotta armata al bar, Produzioni seriali di cieli stellati, e tutte conterrebbero un disagio esistenziale profondissimo che, checché ne dica lui, tocca un po' tutti quelli della mia e della precedente generazione. Poi ognuno ci ritrovi nelle sue parole il senso che vuole, secondo me ha fatto una cosa davvero bella, a tratti magari derivata da Rino Gaetano di cui parleremo ma comunque assolutamente originale e inedita.

La leva calcistica della classe '68 - De Gregori

E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai
di giocatori tristi che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai. 

Marrakech Express ♥

Non nascondo il mio apprezzamento spontaneo nei confronti del film da cui quest'immagine è tratta perché a me pare proprio bello, si so che sto abusando di questo termine anche troppo brutto perché troppo generico però oh ragazzi se le cose sono belle sono belle e che?! Se le cose belle fossero brutte allora noi. "Ragzzi, tutto apposto, ce la giochiamo a calcio, Italia Marocco, si arriva ai dieci". Ripresa poi nel già citato Tre Uomini e una Gamba, che bei cinema che c'erano una volta ragazzi. E in sottofondo, in Marrakech, La Leva Calcistica. Ora io non voglio fare quello che dice un tempo ci fossero film più belli, ma sicuramente ora ci sono film che sono il contrario di bello. Grazie Noaro.

"Ricordo che quello di un arrivo a pari punti non è comunque un ipotesi da scartare anche se trattandosi di un ipotesi è solo un eventualità,come dire ipotetica appunto e quindi in fondo comunque ancora possibile anche se poco probabile, comunque potrebbe anche essere che si arrivi a pari punti."

Il disaggio della canzone MI è dato proprio da questo film. Anche se stavolta non è esattamente disaggio. Il disaggio. Aldilà dei primi tre versi che sono proprio belli "Sole sul tetto dei palazzi in costruzione / sole che batte sul campo di pallone / e terra e polvere che tira vento / e poi magari piove" che descrivono perfettamente la situazione iniziale di qualsiasi partita giocata a cazzo di cane in agosto con i propri amici all'oratorio col Don che bestemmia in aramaico perché qualcuno sta giocando a torso dato che il caldo quel giorno stava per superare la sottile linea rossa del "vi beccate tutti un colpo di sole" che vabe Malick. Ma in generale, ormai ho irreparabilmente associato questa musica con l'intero film di Salvatores (credo sia suo), che è fondamentalmente la storia di quattro amici che si ritrovano dopo dieci anni per andare a pagare la cauzione per liberare il quinto amico rinchiuso nelle carceri di Marrakech e il film rappresenta tutto il viaggio che fanno questi quattro e ragazzi :^) è un film stupendo, non è che registicamente sia un Andrej Arsenevič Tarkovskij o un Sergej Michajlovič Ėjzenštejn però la storia è molto nostalgica, come quella parola tedesca che sto cercando dall'inizio dell'articolo ma che non trovo forse Sehnsucht bello comunque.

Ho fatto la cacca - Mauro Pelosi

ho fatto la cacca sul mio pianoforte
sembrava un accordo

 Questa canzone È disagio. Un testo di critica sociale basato sugli escrementi. Pasolini ringrazia. "Su ciò [il metafisico] di cui non si può parlare, si deve tacere" diceva Aristotile. Noi seguiamo le parole del maestro, e lasciamo che sia la musica a parlare per noi.

(comunque a parte gli scherzi, aveva talento il ragazzo, ora io lo prendo in giro per 'sta canzone ma ha fatto anche cose che avoja voi)

Mio fratello è figlio unico - Rino Gaetano

Mio fratello è figlio unico [...] perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone
[...]
E ti amo, Mario.

 Rino Gaetano è alla fine condiserabbile come il Vasco Brondi ante litteram, il primo vero nonsenser italiano nei cui testi ognuno ci ritrova quello che vuole e quindi potenzialmente anche nulla. Perché credo che sia una questione proprio di sensibilità del singolo, quanto più di capacità di essere influenzati dalla collettività: non mi ricordo perché avevo scritto quest'ultimo sintagma. Tanto probabilmente era una cosa banale, come invece banali non sono i testi di Rino (e nemmeno di Brondi imho) Gattuso Gottardo Gaetano. Questa canzone comunque non unisce due aspetti della poetica tutta particolare del Gaetano, la sua vena politica qui c'entra ben poco, qua è il tentativo di arrivare all'emozioni attraverso vie traverse che insomma s'è capito Elisioni Hell-. Rino Gaetano è voglia di scatenarsi, di urlare felici; non qui però. L'urlo "E ti amo, Mario" che ricorda il grido di disperazione di Jeff Mangum in Two Headed Boy o il più amato da Piergorgia "Punk" Solombrino " "I miss you" degli Slint che ogni volta uccide" ti amo Pier. Concludere una frase. No. Poche righe per il più bello. Unico disagio.

Ukulele; ammore.

Mi sono innamorato di te - Luigi Tenco

Mi sono innamorato di te
perché
non avevo niente da fare

La musica Techno mi ha sempre ispiratAh no scusate ahahah ho difficolta di pronunziesciòn che simpatico comunque Luigi Tenco secondo Morgan nel trittico di cantautori genovesi degli anni '60 quindi lui De Andrè e Gino De Paola rappresentava la filosofia. Non so se. Comunque in un illuminante dialogo con una mia professora di scienza il suo parere è stato: "A furia di ascoltare Tenco uno finisce per fare la sua stessa fine" che è un'opinione condivisibile finché non si conosce il Suicidal Black Metal. Che però c'entra poco con Tenco. E poi è un genere inutile che serve solo a spammare sulla bacheca del tuo last.fm link a band metal che non ascolterai mai. Che disagio in questa canzone. Anche se forse sarebbe più corretto dire che spleen in questa canzone. Nichilitico: mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare. Cinico, anche, un po'. Questa mi sa che è la canzone meno filosofica di Tenco (ricordiamoci comunque che Morgan recentemente non assume più droghe nella giusta quantità, v. prima) e più d'amore e sentimentale, come direbbe Niccolò Contessa la più agrodolce in qualche modo.
Anyway, ragazzi, non tagliamoci le vene ascoltando Tenco: impicchiamoci.