L'orso e Vasco Brondi
2015-02-18
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Il classico problema adolescenziale che viene affrontato da tutti i professori, catechisti, operatori del SERT o altre figure a contatto stretto con la realtà giovanile è quello dell'accettazione nel gruppo, causa, ad alcuni sembrerebbe, di tutti i peggiori mali tra i ragazzi: perché con essa si motiverebbe l'ingresso nel mondo della droga e dell'alcool, ma anche (non vorremmo certo dimenticarli) nel mondo delle canne, del bullismo, del bullismo online, dei motorini truccati, delle apecar parcheggiate male, dei videogiochi tipo LOL o Grepolis, dei pedofili, del Deep Web, della musica alternativa o della musica classica, del Satanismo e relativi riti, del sesso a pagamento, del pagamento per il sesso, del sesso e basta, di Nichi Vendola o di Salvini, del Finnegans Wake, delle pastikke di ekstasi, di ask (che è, in ultima analisi, l'unione ferina del trittico bullismo - pedofilia - Satanismo) e così via. Non voglio certo discutere sulla pericolosità di tutte queste cose, la quale mi pare essere già ben evidente agli occhi di tutti, ma voglio solo far notare come quello che viene banalmente liquidato come "problema adolescenziale" è un problema prettamente e strettamente umano, per non dire molto più ampio, relativo a quel campo semantico ben più esteso contenente tutti gli animali dotati di "senso dell'utile", e che potremmo far ricadere sotto il tonante nome di animali sociali. Siccome l'uomo è, effettivamente, un animale sociale, la ricerca continua di approvazione da parte dei suoi simili fa parte della sua stessa natura, del suo essere animale; non è quindi un problema dei giovani, ma come dice Sick Boy in Trainspotting "Un fenomeno di ogni stadio della vita...". In questo ambito, la differenza tra gioventù e senescenza non è altro la cardinalità di questo gruppo (per essere più precisi, di questo insieme): da piccoli, ad esser fortunati, si ha il proprio gruppetto di amici con cui si muovono i primi passi nel mondo; man mano i gruppi diventano più grandi e indefiniti ma, talvolta, si restringono a pochi elementi essenziali (questa mi sembra essere la prassi); il gruppo "umano" per eccellenza non è altro che la società, quel monstrum, alla latina e di hobbesiana memoria, all'interno del quale, con un'irrisoria percentuale di eccezioni, tutti vogliono entrare e cullarvicisi fino all'amata pensione.