Cose serie e analisi inutili del world - Drugz (no l'album di aphex twin eh)
2013-11-13
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La prima e l'ultima volta che scriverò seriamente di droghe in questo blog sarà ora. La domanda che mi pongo è la più classica: perché il fumo è l'alcool sono legali e le altre droghe invece si?

Innanzitutto, muoviamoci su un terreno ben delimitato e che tutti ben conosciamo: l'Italia (anche perché, detto fra noi, in Italia i problemi sono spesso molto più grandi ed evidenti che in altri stati). Nel bel paese abbiamo una legge, la Fini-Giovanardi, che è piuttosto restrittiva in materia di droghe ma che, nonostante l'importanza dell'argomento trattato, non può non indurre ad alcune perplessità. Già troviamo un controsenso nell'introduzione del decreto: nell'articolo 1 della legge di conversione si legge "Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi"; eppure il testo che segue sembra smentire questa affermazione. Leggo ad esempio nell'articolo 4-bis:

«Chiunque, senza l'autorizzazione di cui all'articolo 17, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla tabella I prevista dall'articolo 14, e' punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000»
(Giovanardi, piccolo inciso, è un deputato attualmente schierato per il PDL. In passato ha fatto parte della DC e dell' UDC; è famoso per le sue affermazioni integralisticamente cristiano-cattoliche e il suo conservatorismo schietto) Beh, è francamente improbabile che una pena a 10 anni di carcere favorisca la guarigione di tossicodipendenti recidivi. Tra l'altro è anche vero che si ha una visione forse distorta del fenomeno, ovvero non si capisce che un tossico è soprattutto un malato, e che ha bisogno di aiuto (o forse no, insomma, tutti ci ricordiamo Trainspotting e della "gioia" di Renton nei confronti del suo programma di riabilitazione); non voglio essere banale, ma è evidente che la droga è vista come un tabù in Italia, e perché? Forse perché in Italia c'è il Papa (svegliaaaaa1!1!!1)? Forse perché in Italia lo spirito conservatore domina su quello progressista (per carità, niente di male in ciò, sia chiaro)? Forse perché in Italia c'è Giovanardi e di Giovanardi ce ne sono centomila.

Ma facciamo finta che questa legge non ci sia. La legge sugli stupefacenti è una legge di proibizionismo meno radicale di quella italiana, e la gente non sembra rimasta nello stesso stato in cui si trovava quella sera, fuori dal cinema, appena finito di vedere Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino.

Un ragazzino, in terza media, ascolta una dipendente (statale, s'intende) dell'ASL che sta tenendo una lezione sulle droghe, e su quanto siano pericolose. Chiaramente, a un certo punto, vengono citati fumo e alcool, quali la causa della maggior parte dei decessi relativi a dipendenze da sostanze. Silenzio in aula. La domanda è nell'aria, c'è solo bisogno che qualcuno alzi la mano, e lo dica. Eccolo, è lui: Perché se il fumo è così pericoloso è legale mentre le droghe sì? La sottile inquietudine di ogni volta sale per la schiena della dipendente; l'unica domanda a cui non sa che rispondere.

Mettiamola così: è improbabile che fumarsi una canna sia proprio così salutare come alcuni credono. Purtroppo sembra impossibile capirci qualcosa tra le miriadi di informazioni reperibili sul web, una il contrario dell'altra (e non sto parlando solo di Yahoo Answer, ma anche di esperimenti scientifici e studi farmacologici): praticamente tutti confermano che l'erba ti bruci il cervello, e ci sta. Ma che dire per esempio delle psicosi indotte? Della dipendenza fisiologica? Di tutte quelle brutte parole che indicano malattie impronunciabili? Non ne ho idea, non essendo io un fumatore e non avendo mai provato; ma non vedo perché non debba esserci, in qualche modo, qualche fondo di verità in queste cose.

Per cui, ammesso e non concesso, le canne danneggino in qualche modo il corpo di chi le consuma. Le stranezze iniziano qui: per quanto ci si possa sforzare a spappolarsi il cervello, è praticamente impossibile morire di overdose di marijuana (altrimenti "molta gente che conosco sarebbe al cimitero già da un pezzo"). Ebbene, avete anche voi uno zio/nonno/parente entro il secondo grado con il quale avete buoni rapporti che fuma, giusto? Chiedetegli se si può morire per il fumo delle sigarette. Potete anche non farlo, in realtà, perché sapete già la risposta; in un certo senso, quindi, possiamo dire che fumare erba fa meno male che fumare sigarette (meno male, ragazzi, non non male). Stesso discorso per l'alcool, che a suon di cirrosi epatiche ha ucciso praticamente mezzo mondo.

Un'altra questione è anche l'utilità di queste droghe. A prescindere dal fatto che in generale chi utilizza una delle tre sopracitate lo fa per semplice svago, ci può essere, per qualcuno, una motivazione più profonda nell'utilizzo di uno stupefacente. In realtà non mi riferisco tanto alla semplice canna, quanto a droghe più potenti quali, per esempio, il mio adorato LSD; non so bene dire quale sia l'etichetta che affibbiano agli intrepidi psiconauti, "usi spirituali" o "usi parascientifici" o quello che volete voi insomma, sta di fatto che esistono persone che utilizzano, ad esempio, gli allucinogeni per esplorare la propria mente e la propria anima molto più a fondo. (dicendo questo non posso non pensare al bel film Stati di Allucinazione nonché ai buoni 3/4 della musica uscita dai 1k960s) Di fatto, capite bene che certe profondità abissali della nostra psiche sono ben più che irraggiungibili attraverso il fumo di una sigaretta o una pinta di birra.

Immagine dal bel film di Ken Russell "Stati di Allucinazione".

Sempre parlando di LSD, poi, pur ricordando che non ne ho mai fatto uso, tutte le fonti, anche quelle meno transigenti, affermano in primis che l'LSD non provoca dipendenza fisiologica e in secundis che non non provoca alcun danno a livello fisico. Un anti-droga, insomma, se non fosse per la sua capacità, basata tuttavia su convinzioni piuttosto vacillanti, di ampliare psicosi latenti già presenti nell'individuo. Eppure è illegale, ed è considerata allo stesso livello di eroina, cocaina, MDMA e, se non fosse che in Italia non sono state ancora importate (e speriamo non succeda mai) persino Krokodile e Sisa sarebbero sullo stesso piano di canne e LSD.

Quindi perché fumo e alcool sono ancora legali e le altre droghe no?

Forse per una questione di soldi; dopotutto non credo che l'Italia sia un paese che, nel caso di una legalizzazione (improbabile), ne ricaverebbe molti danari, insomma, allo stato non converrebbe. Al contrario, per il fumo di sigaretta lo stato riceve dei soldi, a discapito però della salute dei cittadini. Ma è qua che le cose si fanno a mio avviso sorprendenti: detto fra noi, eh, ma se uno inizia a fumare a 16 anni e a 40 si ritrova con il cancro ai polmoni, lo stato deve dare una copertura economica al malato! È anche questa la grande contraddizione delle droghe legali: i cittadini pagano per uccidersi lentamente, e lo stato a sua volta deve pagare per far sì che il cittadino possa continuare ad "auto-flagellarsi". È... profondamente sbagliato! Se poi vogliamo cercare di risparmiare sulla sanità, il divieto categorico di fumare potrebbe portare a soddisfazioni non indifferenti: certo, almeno nei primi tempi in giro vedremmo gente più cicciottella e sclerata del solito, ma dopo qualche anno sarebbe l'Italia sarebbe profondamente differente.

D'altro canto, però, come si può proibire a un cittadino di fare qualcosa? Voglio dire, fumare erba è illegale, ma quanta gente effettivamente la fuma?

Il mondo utopico prima descritto dominato da uomini e donne cicciottelle era, per l'appunto, un'utopia. Perché se è vero che bandendo definitivamente le sigarette non ci sarebbe alcuna rivoluzione o sommossa popolare, semplicemente chiunque si rintanerebbe in casa a fumare sigarette comprate di contrabbando che alimenterebbero i commerci illegali, magari gestiti dalla mafia, compromettendo così l'idea di bel mondo sopracitata. In fondo, il proibizionismo sembra abbia fallito nel resto del mondo.

E se non ci fosse giusto o sbagliato in questa battaglia ideologico-sanitaria? In questo momento dovrei studiare qualche filosofo sofista a caso, e se non mi sbaglio il pensiero sofista oscilla proprio tra "la verità è quella che ci sembra più utile" fino a "la verità non esiste il falso non esiste tutto si basa sulla retorica ecc". Ebbene, mi hanno convinto che il proibizionismo ha fallito: la droga, contrabbandata da associazioni male, contribuisce al loro rafforzamento. Mi hanno convinto che il liberismo è deleterio: legalizzare le droghe significherebbe pagarne le conseguenze (sul piano sanitario e, quindi, economico) in pochi anni. Che faccio allora?

Devo ammettere che è davvero una domanda meravigliosa. Boh.