Cosa ci può insegnare il sommo impareggiabile almighty Eco Umberto sulla folta schiera di fans di Donald Trump
2016-11-26
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In questi giorni sto distratto dall’università, ma nel tempo libero che passo a surfare l’internet ho queste idee che mi ronzano in testa circa tante cose che leggo e osservo da un po’ di tempo a questa parte; cose che hanno a che fare con l’espressione vagamente cyberpunk “post-truth” eletta parola dell’anno da qualche organizzazione molto importante che comunque ora non mi ricordo, i seguaci di Donald Trump, il libro Il Cigno Nero e il romanzo Il Pendolo di Focault di Eco. Non ho mai nascosto (credo) la mia passione per Eco e anche se spesso, soprattutto nei mesi precedenti la sua morte (che poi, qualcuno sa di cosa è morto?), ho dubitato dell’intelligenza delle sue uscite, ho sempre finito per ricredermi, dopo un po’. E così per un motivo o per l’altro mi sono ritrovato tra le mani una “vecchia” edizione de Il Pendolo di Focault, comprata usata al Libraccio per 4 euro e con le pagine già belle ingiallite; io, intendiamoci, sono uno di quelli che si addormenta prima di finire di leggere Novecento di Baricco, che sono tipo 60 pagine scritte grandi grandi, però certe volte mi si stappa il vaso sanguigno che irrora la parte del cervello atta alla creazione delle idee stupide (che io mi immagino come l’entrata a Ravenholm in Half Life 2, un passaggio sotterraneo appena illuminato sbarrato da uno spesso portale di ferro con appeso un cartellino rosso con la scritta Danger, e se chiedi a qualcuno che cosa c’è lì ti dicono “mm… noi in realtà non parliamo di cosa c’è ” e sai che madonnadio quanti zombi che ci stanno dall’altra parte) e mi dico di leggere l’Ulisse o Infinite Jest – e non è detto che ci riesca, sia chiaro, ma per qualche motivo Il Pendolo non solo l’ho letto tutto ma l’ho letto veramente con piacere – ne ho letto un po’ meno della metà quest’estate mentre ero in viaggio tra Trieste, Portorose, Rovigno e Fiume e in particolare in questa specie di appartamentino in Slovenia che era strabello tutto immerso nella natura e distante e boh era il posto adatto forse per perdersi nelle infinite vicende su templari, rosacrociani, Hitler, sulla terra cava e sulle piramidi e su tutto ciò su cui si può complottare a questo mondo perché il libro, per chi non l’avesse letto, parla di questo: un giovincello autore di una tesi di laurea sui Templari incontra un tizio appassionato di esoterismo presso una casa editrice che lo introduce ad un terzo tizio di nome Diotallevi fissato con la Cabala e con la Gematria e (spoiler che arriva fino a metà del libro più o meno ma io ve lo dico che 1. senza leggere questo spoiler non si capisce il senso del post e 2. se non leggete lo spoiler ma continuate a leggere il post capirete più o meno cosa contiene lo spoiler, a parte ciò che riguarda i templari ovviamente) [spoiler] tutti e tre insieme a partire dalla corruttela di un (presunto) messaggio dei templari risalente al 1307 rielaborano più o meno ogni evento della storia occidentale come un grosso, monolitico, sfuggente complotto onnicomprensivo e Popperisticamente infalsificabile. [/spoiler]

L'ingresso di Ravenholm in HL2. Troppi ricordi, Giacomo........
L'ingresso di Ravenholm in HL2. Troppi ricordi, Giacomo........

La cosa bella di questo libro è che in pratica metà di esso potrebbe essere tolto perché sono continue digressioni, sempre all’apparenza inutili, su un argomento scelto a casa tra Templari, Jacques de Molay (ho appena scoperto che Charles-Henri Sanson, il boia di Luigi XIV, nel momento prima di far calare la ghigliottina sul caro Luigi si dice abbia detto “Io sono un templare, e sono qua per vendicare la morte di Molay”, così, secoli dopo, perché Molay mentre era sul rogo aveva mandato una maledizione a tutti i discendenti del re di Francia “fino alla tredicesima generazione”; certe volte non si distingue più se la realtà è un Pendolo di Focault (inteso come romanzo) o se no (ora che ci penso, questa parte avrei dovuta metterla come ulteriore spoiler, ma ormai avete già capito come finisce il libro quindi vabbe)) e ancora Templari. Un meticoloso reticolo di date, nomi, bolle papali e sette segrete che si estende per buona parte del romanzo; anche se certe parti si è tentati di saltarle, queste digressioni così accurate sono in realtà il succo di questo libro, sono la vera forza narrativa che, paradossalmente, mi hanno spinto ad andare sempre avanti per vedere come andavano a finire le cose – perché senza una struttura solida alla base ogni complotto è destinato a crollare: e nel Pendolo, infatti, tutti i nessi logici che collegano gli eventi e le personalità più disparate da ogni angolo della storia sono, come da buon complotto, del tutto ragionevoli, in apparenza. D’accordo, lo sono finché non si parla di [spoiler]Geomanzia cinese, dei Menhir di Stonehenge come spinotti per l’energia tellurica del sotto-terra e delle metropolitane, [/spoiler] ma fino a un certo punto sono tutte cose molto credibili per uno che non ne sa niente.

  Tutta questa manfrina, in realtà, per dire che casi come quelli del Pizzagate in cui i simpatici seguaci (fans nel titolo del post è un omaggio proprio a Eco, che diceva: “Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri”, esattamente come ogni volta che scrivo in questo blog standards, computers e via discorrendo) di Trump online montano casi di pedofilia a partire da un nonnulla per poter screditare la campagna della fu Clinton H. non sono nient’altro che (pallide) imitazioni di quello che faceva Eco trent’anni fa – il problema è che questi cancri di internet, “naufraghi neuronali” come li definirebbe l’ex sindaco di Salento, si mascherano dietro questa ipocrita maschera di “ironia post-ironica” per insultare un po’ come cazzo pare a loro, finendo per montare casi inesistenti che però hai voglia a dissolverli dopo. È veramente insopportabile (inizio un rant) che questi troll post-ironici caghino su qualsiasi cosa bella che l’internet mette loro a disposizione difendendosi con la scusa del “eh ma libertà di espressione”; quello che dici anonimamente su internet non può, per motivi pratici, essere perseguito legalmente, e la conseguenza è questo letamaio in cui uno può accusare di pedofilia un po’ chiunque gli pare, essere ampiamente sponsorizzato dai vari Breitbart e compagnia senza subire alcunché. L’alt-right, come la chiamano negli stati uniti, è un po’ come Sgarbi in quella famosa trasmissione con Biscardi e Mosca di tanti anni fa: sguazzano entrambi nella merda, perché quello è il loro ambiente naturale – per merda intendo: notizie inventate, palesemente inventate, da zero proprio!, adatte ad espandere il proprio circlejerk ad altre persone che abboccano e così via in questo circolo vizioso della merda di pasoliniana memoria. Internet finirà nelle mani di questi idioti un po’ meno idioti degli altri, già lo so, e visto come sta andando la vita qua fuori dai pc non solo l’internet ma pure i governi di tanti stati faranno la medesima fine, con quello degli USA già lanciatissimo in questa direzione. Per quanto il termine post-fattuale suoni un po’ male, è talmente perfetto per descrivere la merda in cui ci stiamo calando che viene da chiedersi se in realtà l’ascesa di Trump e dei suoi fans non sia stata orchestrata dall’Oxford English Dictionary solo per poter premiare “post-truth” come parola dell’anno. Sarei così contento se fosse davvero così; la realtà diventerebbe kafkiana a quel punto, ma sempre meglio Kafka di Orwell. Il riassunto della situazione è:

sì, noi speriamo tutti in bene affinché Trump non faccia il coglione come presidente degli USA;

sì, a prescindere da ciò la fanbase di Trump si è dimostrata più di una volta compiacente ad atti criminali come la diffamazione nel caso Pizzagate, per citare solo il più recente; e non possiamo nemmeno dire che queste persone siano dei semplici troll, forse sono troll che hanno finito per credere nelle minchiate che dicevano solo per innescare flame online;

sì, dovremmo aver paura di tutto ciò;

sì, siamo nell’era post-fattuale, anche se io a questo punto la chiamerei Era del Pendolo oppure Era di Focault;

no, non dovreste essere liberi di dire tutto ciò che volete, lo diceva persino Voltaire che I miei diritti terminano dove finiscono quelli degli altri; la diffamazione, ve l’assicuro, è proprio una violazione dei succitati diritti;

sì, i seguaci di Trump online hanno stuprato la definizione di “Libertà d’espressione” rendendola quasi un concetto da ancap (anarcocapitalisti), poveri loro;

sì, dovreste leggere Il Pendolo.

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