Che cosa è cambiato?
2015-10-21
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La mia prof di filosofia, donna austera e assai propensa alla morigeratezza nei costumi in apparenza, in realtà la versione molto meno svampita di Annie Hall, ha scritto un appunto sulla mia verifica, una nota sulla falsariga del "sei tutto fumo e niente arrosto" o, per metterla in termini meno ambigui, "hai capacità di sintesi [συντίϑημι, "mettere insieme", qui nell'accezione del "vedere le cose dall'alto"] ma non di analisi [ἀνάλυσις, "scomporre nei vari elementi", qui nell'accezione del "conoscere le specificità"]". Questo giudizio deriva solamente da una verifica, forse da un discorso cretino in occasione della fine del mio mandato elettorale 2014-2015, e da null'altro, quindi diciamo che ha il valore che ha; cionondimeno, quando qualcuno mi fa osservazioni del genere, è inevitabile che prima o poi io mi ponga qualche domanda e che ricominci inevitabilmente il circolo vizioso già ampiamente descritto nell'Uno, nessuno e centomila di Pirandello, ma io sono davvero così, ma davvero mi pende il naso di qua, sono davvero simpatico o sono solo le persone che me lo fanno credere, davvero sono sintetico e non analitico ecc. la mia verifica non è andata male pur non avendo studiato, pertanto essere stati sintetici è stata più che una scelta inconsapevole una non-scelta consapevole (costretta, più che altro), eppure, forse, c'è qualcosa di vero in tutto ciò e sono per davvero sempre troppo generico, mai specifico, forse davvero è così. Questo post, non parlerà solo di questo, ma è necessaria - forse - questa introduzione per attaccare con un discorso più ampio.

Che cosa eravamo, e cosa siamo diventati? Quando ho iniziato a "scrivere" su questo blog avevo 11 anni, il primo post è stato il giorno prima di partire per Monaco (quello in Francia), il 1 luglio 2009. Sono passati 6 anni; è un ovvietà, una cosa lapalissiana come direbbe il compagno Alcaini, ma in questi 6 anni io non mi capacito di quante cose siano accadute e cambiate, di quante cose ho imparato e della cultura dozzinale che ho appreso e delle persone che ho conosciuto ecc, dei progetti che ho iniziato e che non ho concluso mai, della musica che ho suonato e ora non so più suonare e degli amici e degli amori con cui ora non parlo più - non voglio far sembrare questo epitaffio del blog qualcosa di troppo tragico che non è questo il mio obiettivo; la critica, beninteso costruttiva, mossami prima deve spronarmi a oltrepassare la nebbia sintetica e avvicinarmi alle cose in loro stesse. Devo capire dove ho sbagliato, da dove è partita la crepa, il ramo dell'albero da cui provengo, capire perché sono qui e ora e le differenze intercorse tra il me di 6, 3, 2, 1 anni fa.

Via
Una delle cose che ricordo davvero bene, forse anche in una versione idealizzata dal tempo, sono i mesi tra 2012 e 2013. Avevo passato un'estate, come dire, davvero bella quell'anno, e l'inverno era tutta un'incognita: stavo con una ragazza cui volevo bene, e lei invece mi voleva benissimo, mi amava forse - una delle prime cose che mi rimprovero sempre è questa, di non capire i sentimenti nel momento in cui si presentano, di capire troppo tardi ciò che voglio; Anna ha dovuto pagare questo mio errore, che tutt'oggi mi si manifesta più che spesso purtroppo e che faccio fatica a tenere sotto controllo, ed è un problema davvero grosso, forse il mio problema. Non riesco ad avere una volontà stabile, per le parole di quel saccente di Battiato direi che sono in perenne ricerca di un centro di gravità permanente che perennemente non trovo e non so se mai lo troverò; il fatto è che... insomma, il mondo è pieno di cose estremamente interessanti, di esperienze da provare, di persone da conoscere! Come posso essere certo di qualcosa, come posso avere un rapporto stabile in virtù di questo fatto?

Questo problema mi si era presentato come non-problema in un altra fase della mia vita, particolarmente intenso per così dire, che coincide con la fine della terza superiore: non posso essere realmente analitico qui, per via della riservatezza che dovrebbe avere ciò che è successo in quelle settimane. Ma basta pensare che in quel periodo, forse uno dei miei più felici, ero pienamente consapevole che il mondo fosse un enorme baule che aspettava solo di essere aperto, e facevo progetti enormi di andare di qua di là di andare in america prima o poi di passare per Roma a salutare Maria di scrivere lunghi racconti con lo stile che aveva Kerouac o Tondelli (stile derivativo che non ho mai superato e anche questo per me costituisce un limite enorme) oppure di scappare lontano da qui con due tre amici e amiche e fare qualcosa di assolutamente straordinario - e io davvero avrei voluto poter fare una soltanto delle mille cose progettate che di sicuro mi avrebbe cambiato in qualche modo la vita, non so come se in meglio o in peggio drammaticamente o meno, ma cazzo è finito troppo presto poi, sono salito in alto per poi cadere giù e in un certo senso non tirarmi su più: credo davvero che qualcosa, lì, non per mia volontà, sia cambiato, perché avevo riposto tutta la mia fiducia e la mia vita in una persona, con il risultato di vedere quella breve bolla di felicità di quell'estate scoppiare qualche giorno dopo essere tornato dalla Norvegia e da Capo Nord (di cui possiedo un bel ricordo oltre che un cappellino cretino e un peluche che io stesso mi maledico di aver regalato) - è stato l'inizio di un'estate tremendamente sottotono e triste. Una baitata divertentissima e in compagnia dei miei amici di sempre, la prima e l'ultima, mi aiutò a tirarmi su momentaneamente ma l'estate è trascorsa tra continue vocine che nell'ombra oscura delle notti di luna piena in cui i lupi mannari ecc mi dicevano "sei un idiota" e io stavo lì e non facevo niente perché - insomma, che potevo fare? a pensarci ora, cosa che dovrei fare di più oltre che semplicemente ricordare malinconico momenti felici, era una "bolla" talmente fragile, instabile che non fosse crollata in quei giorni sarebbe crollata, non so, una o due settimane dopo per un motivo diverso - ma dio, l'avrei tenuta lì per il resto dei miei giorni se ci fossi riuscito.

regrets
Dicono (la vignetta qua a fianco presa da xkcd) che il numero di risultati su google della frase "avrei dovuto baciarla" sia 10 volte superiore a quelli di "non avrei dovuto baciarla". Non c'entra molto con ciò che voglio dire (cioè, in realtà ho passato 5 minuti a dire nooo ma dove cazzo era quella vignetta di xkcd ma non è possibile ecc e poi appena l'ho ritrovata mi sono dimenticato perché avesse senso nel mio discorso, come direbbe Max Pezzali, sotto la cui benedizione scrivo questo post, "porco giuda"), quindi anzi nulla c'entra, ma c'è una cosa per cui mi sento terribilmente in colpa da una parte e dall'altra vittima di una pena da girone dantesco, da contrappasso, cioè quegli ultimi abbracci che non sai che sono gli ultimi e gli abbracci non sinceri e tutte le cose che succedono per l'ultima volta e non lo sai e quando ci ripensi vai in paranoia tipo se l'avessi saputo avrei potuto fare [qualcos'altro] (che poi come dice il mio guru Max

il tempo passa per tutti lo sai, nessuno indietro lo riporterà neppure noi

), ma ci ripensi ecco e dentro ti dici che avresti dovuto stringerla più forte quel giorno o baciarla o dirle chessò un addio un ciao a presto non so! e sperare già allora di rivedersi in futuro senza sapere più che dirsi - con la convinzione che nulla è perduto finché non è dimenticato. Che cavolo è successo da allora? Mi incontrassi con il me di un anno e mezzo fa non mi riconoscerei, sono cambiato e non mi piace ciò che sono ora, perché non ho più la sincerità di quei giorni, non ho più la necessità di parlare con qualcuno e di raccontare i miei segreti, cosa che ok non andrebbe mai fatta ma che in certi momenti è inevitabile - io, poi, questa storia dei segreti davvero non l'ho mai ben capita: com'è che certe volte raccontiamo tutto di noi stessi a persone che conosciamo da poco o che conosciamo appena? Perché un giorno, per me è successo spesso le sere d'estate, decidiamo di parlare e davvero di iniziare uno di quei flussi di coscienza che non sai da dove partono figurati dove arrivano, com'è che succede?

Le due estati passate sono, per dirla in termini Max Pezzali,

gli anni di qualsiasi cosa fai / gli anni del tranquillo siam qui no-o-i

e io ho avuto questa enorme! fortuna di avere persone che erano davvero tranquillo siam qui noi, nel mio caso penso a Luca che ora non lo vedo quasi mai. E non credo di essere l'unico che ha di queste conoscenze: persone che magari non ti cambiano del tutto la vita (o qualche volta sì) che come stelle cadenti entrano nella tua vita distruggendo qualche cosa tipo i dinosauri (....... no ok la metafora non regge) - persone che forse ok non cambiano radicalmente il tuo modo di vedere le cose, ma che comunque ti hanno fatto capire qualcosa di importante in questo ingarbugliato mondo, persone che le conosci e dopo 15 giorni magari già non ci sono più e non le rivedi per nonsoquanto tempo, e finisci per dimenticartene senonché dopo anni per qualche motivo ti ricordi di loro e ti sembra stranissimo e ti chiedi se davvero tutto ciò che ricordi è accaduto veramente. Sono - penso che così si capirà meglio - quelle persone che ti svelano una parte segreta dell'animo umano, la parte nascosta che in te stesso o negli altri non avevi mai visto, che velocemente, silenziosamente, ti lasciano il segno. Milena, per me, è stata una di queste persone, con cui ho passato poco tempo e da cui, recentemente mi sono accorto, ho imparato un'infinità di cose.

Ho questa impressione di non essere ancora troppo analitico e di vedere le cose ancora da troppo lontano. Così ora ho ripreso un quaderno su cui scrivevo delle cose duetre anni fa. Un errore, perché ho ritrovato una lettera d'addio che mi ha appena distrutto, per l'ennesima volta, e io ogni volta mi dico che non dovrei leggerla, insomma l'ho già letta mille volte perché passarci su di nuovo? e poi però mi convinco (tutto in un secondo) che massì dai sono passati - quanti? - tre anni e cosa vuoi che mi faccia ora e altre cazzate, poi ogni volta che la rileggo è sempre un colpo al cuore. Sentire certe frasi fatte nei film è patetico, ma quando qualcuno te le dice, te le scrive e anche a distanza di tempo hanno un effetto che non riesci a descrivere capisci che per quanto artefatte, scontate, banali, ci sono delle espressioni che se dette sinceramente ti fanno piangere anche dopo una vita. Mi sono innamorata seriamente, non ti scorderò mai e una parte di me non si rassegnerà mai, con tutte le promesse che ti ho fatto non posso dimenticarti, non ci riuscirei nemmeno se volessi; eri tutto per me, e lo sei ancora. Fanculo sentimenti, non faccio altro che odiarvi quando queste cose riemergono da chissàdove. Amavo il tuo letto e ogni cosa che condividevamo, ogni cosa che mi faceva crede in un "noi" e non in un "io" e in un "tu". Voglio dire, perché mi voglio così male? Non vado avanti, o è solo peggio. Sono sicuro di non aver dato idea con queste due frasi sulle 5000 della lettera intera di che cosa significhi tutto ciò, ma se devo trarre un insegnamento da questa storia, sarebbe sicuramente questo: sei uno stronzo-stronzo-stronzo. Perché devo far soffrire così le persone? Le persone sono persone fantastiche diamine, le eccezioni a questo sono davvero poche e sicuramente pochissime tra chi ho conosciuto nella mia vita fin'ora, quando imparerò ad essere sincero, non tanto con me stesso che ci sono arrivato già da un po' ma con gli altri? Quando imparerò a non deludere le persone? Probabilmente, quando ci riuscirò, sarà perché sarò un paio di metri sottoterra al più, e non mi rimarrà molto da dire, ecco.

Ma diamine, io dovrei essere cambiato da allora, eppure non è così, o forse sì ma solo davvero in minima parte. Sono peggiorato nelle cose in cui stavo meglio, e non sono cambiato nelle cose che dovevo migliorare. Sono sempre stato convinto, e ho sempre cercato di applicare questo principio generale, che se vuoi cambiare, puoi. Ma tutti i miei sforzi mi hanno portato ad essere qualcosa che non volevo, cioè in effetti ciò che sono ora: nulla di particolare. Non ho mai scritto abbastanza su questo blog che gli anni migliori non torneranno più - e questo ben prima di conoscere Gli anni - e continuare a pensarci non li farà certo tornare indietro. Il punto è... che, ecco, ci vuole coraggio. Ci vuole coraggio a superarsi e a cercare di raggiungere qualche altro obiettivo: per essere meno fumosi, devi metterti in discussione se vuoi cambiare qualcosa nella tua vita (che è in realtà un altro modo per essere fumosi ma vabe). E questo è tanto più difficile quanto da più tempo sei in una situazione di equilibrio, in cui le cose, per quanto precarie, funzionano e non ti puoi lamentare del tutto.

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Ma che cosa è cambiato, in ultima istanza? Sono cambiati gli anni e le persone intorno a me, è cambiato il modo in cui vedo il mondo. Ho litigato con persone vicino a me; amici se ne sono andati, e pochi nuovi sono arrivati. Lentamente, assisto a questa progressiva disgregazione di quella che, fin'ora, era stata la "società" intorno a me: ovvero, i gruppi di amici si allontanano e diventano sempre meno numerosi, non ci si parla più, si è depressi e stressati, fa tutto molto più schifo a voler essere sincero, ed è questa la constatazione più triste che potessi fare... anche perché ripenso ai periodi bellissimi della mia vita e ho una paura tremenda che nulla del genere mi possa accadere ancora, prima o poi. Non voglio che tutto finisca come nelle Notti Bianche di Достоевский,

Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! Ed è forse poco seppure nell'intera vita di un uomo? ...

che è anche il motivo per cui Dostocoso non mi è mai piaciuto (massimo rispetto per D O S T O E V S K I J) , eccezion fatta per l'inizio del racconto stesso,
era una notte incantevole, una di quelle notti come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore
, non può essere che la vita sia un solo momento di beatitudine! Se così fosse, dio, che tristezza, passi tutta la vita ad aspettare il grande colpo e poi muori e scopri che era già passato, che cazzo, no! Voglio avere un'opportunità. E l'avrò.

Lotterò. Lo terrò. Lo otterrò.


Nah sto scherzando, non finirei un post con un'espressione una e trina da tumblr passivo-aggressivo. Però davvero, non mi riconosco più, e vorrei tornare il Matteo leggero e senza pensieri troppo negativi di un anno e mezzo fa, prima che tutto ripiombasse nel buio. Troppe cose sono cambiate, ma più che altro quelle sbagliate sono rimaste le stesse; so però che vivrò abbastanza, se lo vorrò, per ridiventare, un'altra volta, veramente felice.