A problemi reali, soluzioni pratiche
2019-05-10
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La strategia comunicativa di Salvini è semplice ma efficace: sviare l’attenzione dai problemi del partito (o del governo) tirando fuori problemi minori che generano grandi discussioni - per capirci meglio, nel giro di un paio di settimane è successo che Siri, sottosegretario leghista, è stato indagato per corruzione, quindi Fontana, governatore leghista della Lombardia, è stato coinvolto in quella che qualche giornalista troppo zelante ha definito la nuova tangentopoli, aka. l’ennesimo scandalo di corruzione presso il Pirellone. Non parliamo poi dei “soliti” (purtroppo) temi economici, come il probabilissimo innalzamento dell’IVA (vi ricordate quando la primissima Lega di Salvini riteneva demenziale l’aumento dell’IVA montiano, sollevando argomentazioni che, rilette oggi, sembrano scritte da un marxista-leninista?) e un debito pubblico sempre in più rapida ascesa.

Ecco - ricordate di aver discusso di uno qualsiasi degli argomenti qui sopra, di recente? Probabilmente la risposta sarà no. Nell’ultima settimana i riflettori sono stati puntati su questioni fondamentalmente irrilevanti rispetto a quelle citate sopra, e nello specifico parlo di un sottinsieme qualsiasi tra le seguenti:

Fascismo e selfie sono stati dei cavalli di battaglia per gli attacchi da sinistra, il ché è tutto dire; droghe leggere e bordelli sono invece gli storici cavalli di battaglia di Salvini, che vengono puntualmente tirati fuori quando c’è bisogno di sviare l’opinione pubblica da problemi più gravi e scottanti, quando si vuole parlare solo alla pancia dell’elettorato.

A sinistra non si è ancora capito che la resistenza al nuovo fascismo passa per ben altre vie rispetto a quella di censurare un libro di una casa editrice di Casapound; nè tantomeno sembra si capisca che fare dei selfie “imbroglioni” ai comizi di Salvini è ridicolo e niente più (ma cosa si pensa di ottenere?).

Da ambo le parti invece non si è ancora capito che, benché la (non-)legalizzazione delle droghe leggere e la regolarizzazione della prostituzione siano problemi realmente esistenti, per il modo in cui vengono tirati fuori nel dibattito pubblico sono semplicemente delle (scusate la banalità) armi di distrazione di massa: da parte di Salvini e del suo partito non c’è una seria volontà a risolvere il problema, quanto piuttosto il tentativo di polarizzare ulteriormente il dibattito politico, di creare scontro e divisione nell’opinione pubblica proponendo soluzioni puramente ideologiche.

Paradigmatica è la questione sulla cannabis: quando su La7 Salvini ha tirato fuori dal nulla l’argomento la droga fa male, non esiste marijuana legale in studio non si sapeva se ridere o piangere di fronte all’ennesima piroetta argomentative del leader padano. Il giorno dopo a Macerata (già in passato terreno di propaganda anti-erba da parte del magistrato salviniano Pignataro) due negozi di cannabis light sono stati chiusi per compiacenza politica del magistrato (non si è letteralmente capito il perché sono stati chiusi questi negozi: nella conferenza stampa Pignataro ha spiegato che lo ha fatto perché gli era stato chiesto da numerose madri (?!)); e subito Salvini è corso su twitter ad annunciare questi sequestri e che non vuole lo stato spacciatore, che nei cannabis shop si vende droca, che farebbe una crisi di governo per la cannabis legale, eccetera eccetera.

La verità è che Salvini dà una risposta puramente ideologica ad un problema pratico; e per questo le sua soluzioni conservative e di destra falliranno miseramente. Siamo onesti: bandire la cannabis light per combattere il consumo di droga è come bandire la birra analcolica per combattere l’alcolismo, le sigarette elettroniche per combattere il tabacco, […]

Se il problema è pratico ci vuole una soluzione pragmatica; che, secondo me, può solo essere la legalizzazione di tutte le droghe leggere - una proposta controintuitiva che credo funzionerebbe per diverse ragioni, ormai ripetute allo sfinimento da chi la sostiene:

Io, poi, faccio un passo avanti: andrebbero legalizzate e prodotte dallo Stato non solo le droghe leggere ma anche quelle pesanti. Siccome la marijuana non è una gateway drug (come dimostrato da molteplici studi), i problemi più gravi legati alle droghe non si risolveranno con la legalizzazione delle sole droghe leggere; e siccome i quattro punti che ho esposto sopra continuano a valere con minime variazioni anche per le droghe pesanti, credo non sia irragionevole pensare che uno stato spacciatore possa fare molto più bene a chi ha problemi con la droga che uno stato tutto manganello e carcere come piacerebbe a Salvini.

Ma Salvini, che per convenienza politica o per cecità ideologica non riconoscerà mai la validità di queste tesi, continuerà per la sua strada, causando più sofferenza e problemi di quanti già non ce ne siano pur di guadagnare qualche voto in più - ripeto: soluzioni come queste basate sulla pura ideologia non funzioneranno, anzi, finiranno per essere disastrose.

Salvini però, per ora, continuerà a mangiare Nutella.


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