1, ∅ ∧ 10⁵
2015-09-25
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Temi: l'asimmetria, un bias, l'amore.

Nell'ultimo post qua tiravo in ballo un articolo di Krugman  sulla asimmetria all'interno della politica. Mi sono accorto che questo è un tema di fondamentale importanza all'interno di molte situazioni, in politica evidentemente ma anche nella vita di "tutti i giorni", e me ne sono accorto toccando con mano tutto ciò, discutendo con qualcuno su questo fatto: l'asimmetria fondamentale che sottosta amore e odio, o meglio, dolcezza e cattiveria, o simili; pensateci: serve tanta dolcezza (prendiamo questo termine non troppo alla lettera) per far innamorare qualcuno, ma basta poca cattiveria per perdere tutto l'amore guadagnato. Ripeto, non prendiamo troppo alla lettera questi termini: servono solo a fare un esempio, forse anche un po' stereotipato, per spiegare quello che intendo. Tutto l'amore del mondo verso di me non giustifica, non "copre" poche o anche soltanto una azione di odio nei miei confronti: per questo motivo ci segnano di più le esperienze tristi della vita e non quelle felici; per questo motivo, la felicità è (di solito) momentanea, mentre la depressione è (spesso) cronica.

Mi rendo conto però che non siamo di fronte a qualcosa di universale; a tutti sarà capitato di conoscere o di sentire di qualcuno che dopo essersi lasciato con il proprio partners non riesce più a riprendersi, e finisce la sua vita triste e solo perché la sua grande storia l'ha stroncato del tutto, succede e anche spesso mi sembra di vedere, ed è qualcosa su cui riflettere. Perché la "legge" qui sopra smette di valere, e anzi vale il suo esatto opposto: si rimane a vivere nei ricordi più felici e non si riesce a distaccarsene, almeno a livello inconscio: non è raro imbattersi in qualcuno che vorrebbe, ma in pratica non riesce mai, smettere di pensare ad una persona...  Probabilmente esistono due tipi di persone, quelle della prima legge e quelle della seconda, o forse esistono due relazioni, o qualcos'altro, forse non esiste nessuna delle due leggi! I Gazebo Penguins cantavano

è tutto un ricordar le cose meglio di com'erano davvero di quando avevamo qualche anno di menooooooooo

senza di teeee ho perso un po' di ilaritàààà ecc e anche diversi filosofi hanno mostrato che sì la tendenza a rendere il passato più bello del presente è un fenomeno abbastanza comune (sembra quasi una curiosità, ma secondo me è una tendenza spaventosa, perché conduce a frasi tipo arriverà la guerra! o, emblematico, si stava meglio quando si stava peggio, con quest'ultima che davvero sembra uscita da un disco dei Gazebo Penguins). Quindi hanno ragione loro. Cioè, boh, in realtà credo che sia più probabile dire: tutti o quasi interiorizzano il passato e, narrativizzandolo, nella propria mente lo rendono migliore di quanto era veramente; diverse persone, non necessariamente all'interno del gruppo qui sopra, tendono a dare in ogni caso maggior peso agli eventi negativi della vita. In fondo la morte di una persona cara non ci cambia profondamente? La vita va avanti, ma qualcuno fa molta più fatica a ricominciare, per i motivi più diversi; e per alcuni, la vita non va più avanti del tutto - forse anche qui bisogna introdurre il concetto dei Cigni Neri?

Se vivessimo la nostra vita per lavorare soltanto, sarebbe molto monotona in linea di massima: per andare avanti, dovremmo aggrapparci alle piccole gioie quotidiane, non certo dei cigni neri ma comunque eventi poco prevedibili che rompono sì la monotonia, ma certo in maniera insignificante: se vedessimo la nostra vita dall'alto, non vedremmo certo queste piccole cose, perché non possono cambiarci nel profondo.

Ma se invece pensiamo ad eventi come: la morte di un genitore, vincere alla lotteria, la diagnosi di un tumore, la conclusione di un grande progetto, che non sono tutti necessariamente eventi imprevedibili (ma qualora lo fossero diventerebbero molto più devastanti, in positivo o in negativo) ma sono le cose che davvero segnano una vita. Sono dei landmark, l'inizio (o la fine) di un capitolo della propria vita - la questione è, forse, che la probabilità di incorrere in "cigni neri" negativi è molto maggiore rispetto ai positivi: la morte è, senza voler ricadere in discorsi da untore medievale, tutt'intorno a noi; sì insomma, la gente muore in continuazione e questo è quanto, eppure la morte non perde di significato! La solita frase di Stalin che poi non è la sua ma vabe non si sa ritorna di nuovo su questo blog:

una morte è una tragedia - milioni di morti sono statistica

e ancora, i tumori saranno ben presto una malattia di passaggio, si stima (ma forse è una cazzata) che in futuro il 50% della popolazione sui 40 anni avrà qualche tipo di tumore; altra cosa, quindi, molto probabile statisticamente. Vincere alla lotteria, diventare presidente di qualcosa, sono cose anche irrealizzabili nella vita. Trovare l'amore, no; e l'amore tutto sommato fa andare avanti molte persone: un mondo senza amore? Dio, non vorrei nemmeno immaginarlo. Cosa darebbe la forza di andare avanti? Se non si ammette l'idea di Dio sono poche le cose in grado di tener su una vita, l'amore è una di queste e forse la più bella, sebbene la più instabile, pericolante, pericolosa tra le altre - già è difficile avere a che fare con una persona soltanto (noi stessi), figuriamoci mediare tra due.