09 • 10 • 2014 ▬ Ambria  -  Zogno  (5  -  6)
2014-10-09
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Oggi mi sono svegliato, e avevo una gran voglia di buone notizie, solo che davo per scontato che non ce ne sarebbero state e quindi morfina in vena mi avvio verso la scuola e in cinque ore torno a casa, poi a rischiararmi la giornata c'è stato il calcio, grazie Calcio di esistere, che mi ha regalato due grandi sorprese (una amara e una agrodolce): innanzitutto, il classico Inghilterra-San Marino, valevole per la qualificazione agli Europei 2016, e in secundis il derby casalingo (anche chiamato Derby delle meraviglie) Ambria-Zogno, all'apparenza semplice amichevole ma sotto sotto qualcosa di più.

Eh sì, amici miei, come tutte le partite di questo tipo le storie si intrecciano e le rispettive località, l'industriale e futuristica Zogno Central e la secessionista e riottosa Ambria, sul campo da calcio giocano una partita ben più importante, in cui l'onore non dei soli giocatori bensì dell'intero apparato cittadino delle rispettive contrade appare come chiamato in causa, quasi come se le anime dei nostri concittadini si scontrassero anch'esse, sul campo, tra di loro.

La formazione ambrina, giovane, veloce, ma forse carente di qualità sul piano tecnico, vedeva di fronte a sé come statue in marmo bianco all'interno di un prato la formazione zognese, capitanata niente popò di meno che dal Sindaco in persona Ghisalberti Giuliano e coadiuvata nella fase offensiva alla fluidificazione sulla fascia destra del vice capitano Mizio; cose che, in confronto, la Nazionale Cantanti sembra una squadretta di provincia. Degno di nota, il portiere Anonimo della zognese che dalla maglietta sembrava uscito direttamente dalla squadra di calcio a 5 di Trainspotting.

D'altro canto l'Ambria, come già detto, ha dalla sua velocità e forse anche un pizzico di spregiudicatezza che solo certi giovani talenti sono in grado di offrire. I padroni di casa, infatti, non potendo evidentemente competere sul piano meramente fisico (diversi sono stati gli scontri durissimi, culminati con un'entrata da dietro di Ghisalberti ai danni di un difensore ambrino) hanno deciso di puntare sulle giocate individuali e, pure, sugli scatti brucianti dell'ex Fiamme Gialle Milani (non dimentichiamoci poi degli inserimenti illuminanti di Grasso, le giocate di Panza, e la lista potrebbe continuare a lungo...).

Una partita, quindi, molto sui generis che, sorprendentemente, ha visto in campo due squadre in apparenza molto equilibrate tra di loro; il risultato, invero, non esprime l'equilibrio sul piano tattico e mentale ipoteticamente creatosi tra i quattordici; il caso, forse, o la sorte hanno agito inintellegibilmente, anche questa sera.

Un arbitraggio non impeccabile (il fischio finale non si è neppure sentito) e un campo in condizioni non perfette non possono giustificare la disfatta zognese. Gavazzi nel primo tempo ha tenuto ottimamente le redini della difesa Comunale, ma la decisione di tenere in auge Ghisalberti per tutti i 60 minuti è apparsa quantomeno discutibile e ha suscitato più di una perplessità tra i numerosissimi otto spettatori della partita. Già all'inizio del secondo tempo, infatti, Ghisalberti appariva spossato, e la sua maglia bianca è stata oggetto di vivace discussione, nel post partita, circa se il suo colore a fine match sembrasse più un marrone oppure nero pece; queste sono, tuttavia, considerazioni di poco conto. A discapito dei compagni, di indiscutibile levatura è stata la gara di Duilio, più volte lodato dai compagni con bestemmie e cori razzisti. Va segnalata, infine, la notevole dote nel dribbling dell'atleta, che ha chiesto di rimanere anonimo, il quale solo lanciato in porta solo il portiere davanti a lui nel tentativo di scartare l'estremo difensore riesce (da solo!) a portarsi la palla in fallo laterale; un gesto atletico non di poco conto.

Sul fronte ambrino, invece, abbiamo assistito al gioco di una squadra giovane solo per questioni anagrafiche; questi ragazzi sembrano aver già maturato un gioco critico e razionale, con l'applicazione di schemi e lo sfruttamento del talento dei singoli. Le uniche pecche riscontrabili sono l'autogol di Bianchi (subito poi "perdonato" da un meraviglioso tiro di sinistro che si infila nell'angolino della porta avversaria) e il clamoroso errore di Pesenti che, solo sulla fascia sinistra, sbaglia un gol clamoroso (a tal proposito, pare che Pesenti e Panza abbiano avuto un piccolo siparietto, risoltosi poi, come direbbe il mio carissimo amico Alcaini, "grazie ai Timoni importati dall'Olanda").

Un 6-5 che, in conclusione, non può non ispirare una riflessione nella squadra Zognese: non è forse ora di rinnovare la formazione, di inserire giovani, di coltivare i numerosi talenti presenti sul territorio? Per ora il sindaco Ghisalberti sembra più interessato a cercare soldi per la variante che a cercare risposte a questi interrogativi ma, ve lo possiamo assicurare, andando avanti di questo passo tutti i nodi verranno al pettine.

Con amore,

Amedeo G.